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I come Inceneritori, Inferno, Italia

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Hamlet da Hamelin
view post Posted on 17/5/2007, 01:24 by: Hamlet da Hamelin
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Gli inceneritori:
un impatto ambientale devastante


E’ appena il caso di spendere qualche riga su quest’ultimo argomento, l’impatto ambientale degli inceneritori, benché molto sia già stato scritto. Molto è stato scritto, è vero, ma ben poco è transitato al pubblico attraverso i canali consueti, i mezzi di (dis)informazione di massa.

Gli inceneritori emettono dosi massicce di diossina. La diossina ricade sul terreno e viene accumulata dagli esseri viventi nel corso della catena alimentare, addensandosi nei grassi e favorendo l’insorgere di tumori. Non è smaltibile in nessun modo, salvo in un caso: il passaggio diretto di madre in figlio di una quota di diossina nel corso della gravidanza. I gas che si formano nel corso della combustione dei rifiuti contengono anche altre sostanze chimiche molto pericolose, come furani (PCDFs), cloroformio, policlorobifenili (PCBs), esaclorobenzene (prodotto di degradazione dei PCBs), tetracloroetilene, formaldeide e fosgene e metalli come l’arsenico, il berillio, cadmio, cromo (tutte sostanze cancerogene), più altri metalli pesanti non cancerogeni. I filtri degli impianti abbattono in fase di emissione gran parte di queste sostanze, tuttavia non possono eliminarle tutte.

Circa il 30% del peso iniziale del rifiuto si ritrova poi alla fine del ciclo di combustione sotto forma di ceneri altamente contaminate. Pertanto l’inceneritore non elimina affatto le discariche; anzi, al contrario richiede una discarica speciale per le ceneri residue, ceneri che – come abbiamo già detto – ammontano in peso a circa 300 Kg per ogni tonnellata bruciata. Un altro grosso problema è rappresentato dalle polveri sottili, particolato PM10, PM2.5 e PM0.1, le quali si formano in grandi quantità durante la combustione di impianti del genere.

Un recente studio degli scienziati Gatti e Montanari, commissionato dall’Unione Europea, ha evidenziato in particolare l’estrema pericolosità del particolato PM0.1, nanoparticelle con diametro inferiore al decimillesimo di millimetro, che la normativa europea finora non aveva consideratorilevanti ai fini della valutazione dell'impatto ambientale degli impianti di emissione (turbogas e inceneritori innanzitutto).

Con l’ausilio di un microscopio a scansione ambientale i due scienziati hanno invece dimostrato che non non esiste filtro in grado di abbattere il PM0.1. Tale particolato transita anche negli alimenti e non è smaltibile dal corpo umano, entrando nella cellula fino ad intaccare il filamento del Dna.

A fronte dello studio Gatti-Montanari, il calcolo del PM2.5 e del PM0.1 emesso verrà con tutta probabilità introdotto nelle normative europee. Risultato: gli inceneritori saranno fuorilegge, salvo proroghe e sanatorie di alcuni anni. Ma fino a quando i cittadini dovranno ancora continuare a “morire a norma di legge”, tanto per usare le parole di Beppe Grillo?

Edited by Hamlet da Hamelin - 6/6/2007, 16:07
 
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