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Il ruolo del filosofo nella società contemporanea, con una piccola antologia di definizioni dello scopo della filosofia

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annodato
view post Posted on 18/9/2006, 19:30 by: annodato




Ciao a tutti!

sono un vecchio amico dell'ideatore di questo forum e utilizzo un vecchio nome di battaglia (di antichi forum del passato). Dalla lettura dei primi messaggi mi accorgo che la discussione si occupa di cose grosse: il significato della filosofia (il senso della pratica filosofica), il rapporto tra essere e nulla (dicendo così m’inserisco direttamente nella discussione: l'essere non può fare a meno del nulla e viceversa, hanno provato a stare da soli, ma non sapevano che fare tutto il giorno), fondare una nuova episteme (forse dovremmo prima cominciare a sopravvivere alla dannosità di quelle vecchie). Ma si sa, più è grande il bersaglio e più è facile colpirlo (lo dico senza ironia). Quindi, che bellissima idea questo forum!
Scrivo velocemente, promettendo interventi più pensati (ragionati). Questo mio primo messaggio è solo per battere un colpo (ci sono anch'io!).
Lo scopo della filosofia? Il 90% dei docenti di filosofia non conosce tale scopo, e direi di più, la maggior parte dei docenti di filosofia tradisce il senso più profondo di tale pratica. La filosofia oggi è cancellata dall'università, si è trasformata in scienza (storia della filosofia, epistemologia, logica, filosofia del linguaggio, ecc.). Ma lo scopo della scienza non è quello della filosofia, pur essendo entrambe delle pratiche razionali.
E la prima considerazione che voglio fare riguarda quelli che SEDARIS chiama i "mezzi" della filosofia, che possono dare piacere (ma se così fosse, abbiamo già uno scopo, e che meraviglioso scopo, quello di procurarsi piacere, quale altro più sublime). Ma io credo, invece, che la filosofia e l'arte (per continuare su questa strada) siano delle forme di conoscenza (come lo è la scienza, naturalmente). Almeno per me lo sono, nella mia pratica quotidiana io "conosco" il mondo attraverso l'arte (la pratica artistica, anche leggere un romanzo e non solo scriverlo è da artisti) e la filosofia. Conoscere il mondo non significa fare bene le parole crociate (sempre più difficili!!!), ma stare al mondo per accogliere il mondo. E il modo in cui l'uomo razionale accoglie il mondo è attraverso il senso della propria pratica razionale. Pratica oggi sempre più votata al traguardo visibile e sempre (per questo) meno sensata. Cosa ci serve? Un uomo che sappia parlare!? Allora viva la retorica. Ma parlare per fare che? Questo non importa più a nessuno, quello che importa è conquistare uno spazio: sai parlare, allora vai al parlamento, sai la filosofia, allora vai a fare il professore. Ma io mi chiedo, fare il politico per fare cosa? Fare il filosofo per fare cosa? Ah mi chiedi questo? ma è semplice: la politica per fare il mondo giusto, il professore per educare i nuovi uomini, il filosofo per conoscere meglio noi stessi e il mondo.
Ma sono risposte queste? Totò non potrebbe fare a meno di dire: "ma fatemi il piacere"!
La retorica non è il mezzo (e la parola non è lo strumento) che gli uomini utilizzano per parlare (e ragionare) meglio, la retorica (la parola) è lo strumento che fa dell'uomo l'uomo razionale (filosofico appunto). E questo primo gioco lo vince il nulla, senza alcun dubbio!
 
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15 replies since 17/9/2006, 19:17   10650 views
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