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Il ruolo del filosofo nella società contemporanea, con una piccola antologia di definizioni dello scopo della filosofia

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sedaris
view post Posted on 17/9/2006, 19:17




salve a tutti!

Sono stato invitato a visitare questo forum e l'ho trovato ricco di contenuti, spunti e notizie.

Volendo parteciparvi, mi sono fermato a questo thread [nota del moderatore: il thread Perché c'è l'essere invece del nulla?, dove il messaggio era originariamente inserito] che mi ha un pò stuzzicato. Da non addetto ai lavori quale sono, volendo rimanere in topic, potrei dire che osservo continuamente eventi che hanno un’unica spiegazione. E non sarei capace di scrivere oltre se non per accodare qualche banale esempio che volentieri vi risparmio.

Ho creduto che lo scopo di thread come questo fosse il puro allenamento a ragionare sulle opinioni altrui, lo scambio di opinioni e conoscenze personali, insomma discutere per tenere in forma le capacità logiche, la memoria, la destrezza compositiva, far fruttare gli studi e i manuali di filosofia tentando di richiamare e organizzare ciò che su scienza e religione o altro hanno detto decine e decine di pensatori illustri da Talete da Mileto in poi.

Quello che mi ha sempre colpito nello studio (distrattissimo) della filosofia è come in epoche passate la filosofia, per una buona fetta, esistesse come discorsi sulla scienza e sul mondo, per poi volgere l’attenzione all’uomo e alla religione, l’estetica, gettando infine propaggini alla linguistica, psicologia e arte.

Sempre da disattento visitatore della filosofia, mi viene quindi da pensare che questo amore per la conoscenza, nei millenni e nei secoli, sia stato continuamente frustrato nei propri obiettivi, svelati puntualmente da altre indagini umane sempre frutto dell’intelletto ma diverse dalla filosofia, tant’è che attualmente l’ingerenza, l’utilità e la presenza della figura del filosofo nella società moderna è relegata a scuole, atenei e programmi televisivi. Forse è l’unica categoria di intellettuali che nel corso dei millenni ha visto disintegrato il proprio valore. Da detentori di gran parte della produzione cartacea (tramandata) insieme a poeti e storiografi, al nulla attuale. Affermazione grossolana che non tiene conto di mille variabili e cambiamenti, di cosa rappresentasse un filosofo in passato e dicome invece lo intendiamo noi oggi, ma su cui forse è ragionevole fermarsi almano per sorridere. Riconosco il contributo della filosofia alla storia e al mondo, alle idee di chi la filosofia l’ha solo letta ma poi ha fatto altro. Più difficile comprendere il valore (utilità?) della filosofia oggi.

Ammetto di non conoscere lo scopo della filosofia sempre che se ne proponga uno ( ma sospetto che desideri averlo visto l’amore per le definizioni, gli assunti, gli assiomi, la ricerca del definitivo, per quanto piccolo, ma definitivo). Probabilmente le risposte della filosofia non sono di dominio pubblico o sono conquiste squisitamente personali, penso alle varie teorie e la ricerca dei limiti, l'uso di definizioni di congetture e ipotesi, lo sforzo di non cadere in errore verbale o di contenuto., il ragionare su non sense e concetti che l’uomo comune ritiene paradossi o semplicemente inutili. Leggendo questo thread, scritto suppongo da giovanissimi, mi viene da pensare che magari può dare piacere usare i mezzi che la filosofia ci mette a disposizione, indipendentemente dallo scopo.

Tempo fa conobbi in treno un ricercatore di Filosofia di un ateneo italiano, e non potei fare a meno di chidere cosa ‘ricercasse’ un filosofo del 2000. Ovviamente mi illustrò sommariamente i diversi ambiti in cui trova ossigeno la filosofia moderna e precisò, alle mie domande che lo incalzavano affinchè mi dicesse praticamente e semplicemente in cosa consistesse il suo lavoro retribuito, che lui si occupava sostanzialmente di fare delle compilazioni, confrontare opinioni diverse su medesimi argomenti, oppure riuscire ad applicare a novità e fenomeni del mondo moderno, idee e pensieri dei filosofi passati, tenendosi sempre aggiornato sulle pubblicazioni di colleghi viventi. Ammise, con innocenza e commiserazione verso di me che gli facevo domande forse un po’ stupide, alzando il sopracciglio, che produrre qualcosa di nuovo non è attualmente un qualcosa che ci si deve aspettare dalla filosofia.

Edited by Hamlet da Hamelin - 18/9/2006, 13:28
 
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view post Posted on 18/9/2006, 13:06
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:) Salve! benvenuto e grazie per questo primo interessante intervento. L'ho staccato dal thread ovvero discussione in cui era inserito, che aveva un altro tema, e ne ho fatto l'incipit di un thread a parte, questo, il che spero non ti dispiaccia.


Giusto stamattina, coincidenza, intervistato, Umberto Galimberti ha risposto a una domanda sul ruolo che dovrebbe avere la filosofia oggi. I filosofi, ha detto, hanno il compito di renderci consapevoli che non possiamo applicare ai paesaggi della tecnica le categorie umanistiche, come la morale.

Tempo fa, inoltre, ho letto di quello che secondo un altro filosofo (Ricoeur, mi pare, ma non ricordo bene) dovrebbe essere il compito della filosofia oggi: fornire definizioni, definire precisamente le cose, più o meno come fa un vocabolario.

Quanto al «produrre qualcosa di nuovo», già Hegel diceva che la filosofia non è che la «nottola di Minerva», che arriva di notte, quando tutto il lavoro del giorno è già finito, e non ha da far altro che contemplare e intendere il già accaduto. Dopo Hegel è venuto Marx, convinto, al contrario, che i filosofi debbano operare per cambiare il mondo, non soltanto descriverlo. Ma quale di queste due idee pare aver preso più piede, oggi?

Personalmente sogno «un mutamento antropologico epocale», come sapete, e il presente Cantiere Filosofico dovrebbe avere come fine ultimo la formulazione di un «pensiero forte» (benché appaia una cosa anacronistica) vòlto a tanto: fondare una nuova episteme, che renda obsoleta l'attuale episteme giudaico-cristiana e compagnia Kant-ante. Meglio porsi obiettivi grossi, no? ;)


Lo scopo del Cantiere Filosofico del Laboratorio Euristico dell'Accademia Palasciania non è dunque esattamente il «puro allenamento a ragionare sulle opinioni altrui», il «tenere in forma le capacità logiche» ecc., o lo è secondariamente; in primis è capire e carpire. Carpire da qualsiasi castello d'idee i mattoni che sembrano più adatti a costruire il mio, e trasportarli nel Cantiere per combinarli con quelli sfornati da me e - alè! - giocare alle costruzioni...

:rolleyes: Perciò quello che è utile alla mia rapina, rapina analoga alle spoliazioni dei ruderi antichi effettuate senza scrupoli dagli edili del medioevo, lo trasporto qui, togliendolo dalla sezione Idee dell'utenza per il Cantiere Filosofico; e il resto, lo inoltro alla sottosezione Filosofia, nella sezione Trattazioni per argomento, nella macrosezione Il mondo fuori del Laboratorio.


Ora, lasciando da parte cotali delirii d'onnipotenza e tornando in tema: e voialtri che pensate, o che avete altrove udito, su ciò? Qual è il ruolo del filosofo nella società contemporanea?

Edited by Hamlet da Hamelin - 23/9/2006, 03:19
 
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annodato
view post Posted on 18/9/2006, 19:30




Ciao a tutti!

sono un vecchio amico dell'ideatore di questo forum e utilizzo un vecchio nome di battaglia (di antichi forum del passato). Dalla lettura dei primi messaggi mi accorgo che la discussione si occupa di cose grosse: il significato della filosofia (il senso della pratica filosofica), il rapporto tra essere e nulla (dicendo così m’inserisco direttamente nella discussione: l'essere non può fare a meno del nulla e viceversa, hanno provato a stare da soli, ma non sapevano che fare tutto il giorno), fondare una nuova episteme (forse dovremmo prima cominciare a sopravvivere alla dannosità di quelle vecchie). Ma si sa, più è grande il bersaglio e più è facile colpirlo (lo dico senza ironia). Quindi, che bellissima idea questo forum!
Scrivo velocemente, promettendo interventi più pensati (ragionati). Questo mio primo messaggio è solo per battere un colpo (ci sono anch'io!).
Lo scopo della filosofia? Il 90% dei docenti di filosofia non conosce tale scopo, e direi di più, la maggior parte dei docenti di filosofia tradisce il senso più profondo di tale pratica. La filosofia oggi è cancellata dall'università, si è trasformata in scienza (storia della filosofia, epistemologia, logica, filosofia del linguaggio, ecc.). Ma lo scopo della scienza non è quello della filosofia, pur essendo entrambe delle pratiche razionali.
E la prima considerazione che voglio fare riguarda quelli che SEDARIS chiama i "mezzi" della filosofia, che possono dare piacere (ma se così fosse, abbiamo già uno scopo, e che meraviglioso scopo, quello di procurarsi piacere, quale altro più sublime). Ma io credo, invece, che la filosofia e l'arte (per continuare su questa strada) siano delle forme di conoscenza (come lo è la scienza, naturalmente). Almeno per me lo sono, nella mia pratica quotidiana io "conosco" il mondo attraverso l'arte (la pratica artistica, anche leggere un romanzo e non solo scriverlo è da artisti) e la filosofia. Conoscere il mondo non significa fare bene le parole crociate (sempre più difficili!!!), ma stare al mondo per accogliere il mondo. E il modo in cui l'uomo razionale accoglie il mondo è attraverso il senso della propria pratica razionale. Pratica oggi sempre più votata al traguardo visibile e sempre (per questo) meno sensata. Cosa ci serve? Un uomo che sappia parlare!? Allora viva la retorica. Ma parlare per fare che? Questo non importa più a nessuno, quello che importa è conquistare uno spazio: sai parlare, allora vai al parlamento, sai la filosofia, allora vai a fare il professore. Ma io mi chiedo, fare il politico per fare cosa? Fare il filosofo per fare cosa? Ah mi chiedi questo? ma è semplice: la politica per fare il mondo giusto, il professore per educare i nuovi uomini, il filosofo per conoscere meglio noi stessi e il mondo.
Ma sono risposte queste? Totò non potrebbe fare a meno di dire: "ma fatemi il piacere"!
La retorica non è il mezzo (e la parola non è lo strumento) che gli uomini utilizzano per parlare (e ragionare) meglio, la retorica (la parola) è lo strumento che fa dell'uomo l'uomo razionale (filosofico appunto). E questo primo gioco lo vince il nulla, senza alcun dubbio!
 
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view post Posted on 18/9/2006, 20:01
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CITAZIONE (annodato @ 18/9/2006, 20:30)
sono un vecchio amico dell'ideatore di questo forum

:D Confermo: è il n. 9 dell'Amicarium 1993-2006, e fu il n. 1 dell'Amicarium 1995, pensate.

CITAZIONE
l'essere non può fare a meno del nulla e viceversa

:unsure: Per definirsi, giusto?

CITAZIONE
La filosofia oggi è cancellata dall'università, si è trasformata in scienza [...]. Ma lo scopo della scienza non è quello della filosofia

<_< Confermo.

CITAZIONE
credo, invece, che la filosofia e l'arte (per continuare su questa strada) siano delle forme di conoscenza (come lo è la scienza, naturalmente).

:B): Confermo. Aggiungerei il gioco. Quella che auspico da tempo è una episteme in cui si fondano mirabilmente queste 4 forme, così come gli scienziati cercano di fondere le 4 forze dell'universo in un'unica visione.

CITAZIONE
Pratica oggi sempre più votata al traguardo visibile e sempre (per questo) meno sensata.

:woot: Alè! io ho solo traguardi occultati oltre l'orizzonte!, impossibili o quasi. Dunque sono sensato!

CITAZIONE
la retorica (la parola) è lo strumento che fa dell'uomo l'uomo razionale (filosofico appunto).

:blink: Sì, ma auspico una «razionalità» più estesa, che comprenda in sé l'«irrazionalità» (aprirò una discussione a parte su questo tema). Dopotutto, tanto per dirne una, è una spinta «irrazionale» quella che ci spinge a essere «razionali» (provate a pensarci).

CITAZIONE
E questo primo gioco lo vince il nulla

-_- Nel senso che nel mondo prepondera la vanvera?

Edited by Hamlet da Hamelin - 27/12/2006, 06:15
 
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view post Posted on 20/9/2006, 15:31
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Annodato ha risposto al messaggio soprastante; sposto la sua risposta nella discussione sull'essere e il nulla, dov'è più in tema: image

Edited by Hamlet da Hamelin - 20/9/2006, 18:39
 
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sedaris
view post Posted on 23/9/2006, 18:11




CITAZIONE (annodato @ 18/9/2006, 20:30)
Fare il filosofo per fare cosa? Ah mi chiedi questo? ma è semplice: la politica per fare il mondo giusto, il professore per educare i nuovi uomini, il filosofo per conoscere meglio noi stessi e il mondo.
Ma sono risposte queste? Totò non potrebbe fare a meno di dire: "ma fatemi il piacere"!

Ecco appunto, viva Toto' :)


Però la politica esiste e produce frutti. 20.000 tra ladri, stupratori, pedofili e fraudolenti di ogni genere sono usciti di galera o hanno avuto uno sconto di pena ,agli inizi di agosto, in un batter d'occhio. Se non è potere reale questo!

E' grazie ad insegnanti di ogni livello se abbiamo nuovi avvocati, nuovi assistenti sociali, nuovi medici, ingegneri, psicologi fisioterapisti architetti giornalisti.

Ancora rimane, però, da chiarire come la filosofia insegni a conoscere meglio se stessi ed il mondo.


Sono avido di esempi pratici.

 
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annodato
view post Posted on 23/9/2006, 20:01




CITAZIONE
Però la politica esiste e produce frutti. 20.000 tra ladri, stupratori, pedofili e fraudolenti di ogni genere sono usciti di galera o hanno avuto uno sconto di pena ,agli inizi di agosto, in un batter d'occhio. Se non è potere reale questo!

No! Non è potere reale questo, non più di un tossicodipendente che si uccide iniettandosi droga.

CITAZIONE
E' grazie ad insegnanti di ogni livello se abbiamo nuovi avvocati, nuovi assistenti sociali, nuovi medici, ingegneri, psicologi fisioterapisti architetti giornalisti.

Sembra che ci siano in giro tanti buoni avvocati, assistenti sociali, medici, ingegneri, psicologi... ecc. Io invece conosco tanti pessimi professionisti. I migliori sono fuori dal giro e fanno di solito il contrario di quello che viene insegnato.

CITAZIONE
Ancora rimane, però, da chiarire come la filosofia insegni a conoscere meglio se stessi ed il mondo.

La filosofia, secondo me, non insegna per nulla a conoscere meglio se stessi e il mondo. Non più di qualsiasi altra pratica, ad esempio andare a pescare, o vedere un film di totò (questo per l'universo s'intende, perché per gli occhi di Paolo, o di Francesca, la cosa può essere molto diversa).
La filosofia fa bene soltanto a chi è appassionato, come lo sport, la scienza, la politica, ecc.
Se proviamo a guardare il mondo con l'avidità di esempi pratici, il mondo è un bellissimo esempio: nessuno fa più nulla per la fiamma che s'accende da fuoco che balza (Platone, lettera VII). Le cose si fanno pigramente o violentemente per affermare la propria volgarità (anche ben animata). Se uno vuole conoscere la filosofia (e i suoi effetti) deve praticare gli uomini, perché gli uomini sono filosofi e la filosofia in sé non c'è da nessuna parte, deve praticare la parola, perché la parola è filosofica e la filosofia in sé non c'è in nessun libro. Insomma, non deve cercare esempi o prove o teorie o sistemi per poi valutare a partire da sé, deve rischiare di fare la figura del pagliaccio, di essere tradito, di essere odiato... per poi riderci sopra (Nietzsche), non per affermare una ridicola superiorità, ma per la soddisfazione di aver ritrovato il senso della propria pratica.


 
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sedaris
view post Posted on 24/9/2006, 19:57




CITAZIONE
No! Non è potere reale questo, non più di un tossicodipendente che si uccide iniettandosi droga.

E cos'è ? Per me la politica è espressione di potere puro, in Italia come nel resto del mondo. Sulla qualità di questo potere forse si può essere in disaccordo.

CITAZIONE
I migliori sono fuori dal giro e fanno di solito il contrario di quello che viene insegnato.

??? :-)

CITAZIONE
...

Dalle tue parole mi sembra di capire che la filosofia è quella cosa con la quale o senza la quale stiamo sempre tal quale. :-)
La filosofia è ascoltare e comunicare, avere un animo aperto e sereno, credere in se stessi e cercare di fare ciò che desideriamo? Insomma come apertamente suggerito in uno degli ultimi spot della CocaCola?
La filosofia è come alcuni tipi di religione (ad esempio quella cattolica) che educano alla coscienza di sé, alla mansuetudine e al rispetto del prossimo chi non arriva spontaneamente e per altre vie a queste 'conquiste' base?


Da non fan della filosofia credo che la filosofia sia senz’altro qualcosa in più. Dev’essere senz’altro così.

Quando chiedevo esempi pratici ero davvero genuino. Almeno apparentemente la filosofia non entra mai nella mia vita, è questo che un po’ mi fa pensare e mi spinge a chiedere dimostrazioni a voi che alla filosofia dedicate una sezione di un pregevole forum e consacrate, intuisco, parte del vostro interesse di studenti, lavoratori o semplicemente uomini.

Infine confidavo nella concretezza di sir Marco Palasciano che, dopo anni di tubinosi e produttivi studi a 360 gradi sullo scibile umano, ha inaspettatamente optato per un riconoscimento addirittura cartaceo della propria completezza intellettuale.

Edited by sedaris - 24/9/2006, 21:08
 
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view post Posted on 25/9/2006, 04:53
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CITAZIONE (sedaris @ 24/9/2006, 20:57)
Marco Palasciano [...] ha inaspettatamente optato per un riconoscimento addirittura cartaceo della propria completezza intellettuale.

La laurea? stiam forse scherzando? signori, signori! una laurea in Lettere non può essere considerata di per sé un «riconoscimento di completezza intellettuale», si sa: dalle Università escono i meglio ciucci, e c'è da mettersi le mani nei capelli a rimestar col bisturi
_____________________(mani guantate lorde di putredine)
nella gran ristrettezza mentale dï orbi pupilli pusilli dall'anima vuota e sonante qual coccio il più fesso che l'aule dell'oggi hanno in sé come l'agar le sue brufolanti colonie di virus: che fieto, miei cari, sapeste! che spari, che peste!

D'altro canto e miglior conto, non è tutt'horror quel che lurchida: analizziamo i pro e i però.

Mi sono iscritto all'Università perché me l'ha suggerito (al fine ch'io mi bonificassi l'anima, allor palude lorda, e dar ordine doveroso a' miei grovierosi saperi) il mio attuale amico n. 1 della Media amicaria, Tristanotradito; mentre Annodato, al contrario,
_____________________qualche anno prima me lo sconsigliò.

Dell'Università mi dispiace molto che spesso per dare un esame (l'alternativa è studiare per essi tutto l'anno, ma
_____________________come si fa con tutte le altre cose
_____________________che un artista ha da fare e da pensare?)
_____________________si debba, con l'acquissima alla gola,
_____________________memorizzar di fretta un argomento
_____________________che si sarebbe più felici, in calma,
_____________________d'approfondire in qualche altro momento
(e che rabbia dover studiare aragostologia quando hai bramosa voglia d'approfondire la meduseologia!), ma dopo aver dato finalmente l'esame
_____________________ci si scorda praticamente tutto;
_____________________tutta fatica inutile alla vita,
_____________________anzi a tratti bioclasta; e meno male
_____________________che fino all'anno, al mese e al giorno attuale
_____________________non ho incontrato professori stronzi.

Dell'Università mi piace molto l'ambiente fraterno e quasi paradisiaco
_____________________(ah, quel chiostro! quel verde! quei giacigli,
_____________________di pietra e d'erba! e i giovinetti, e i baci
_____________________che ci si dà talora, là, impudìchi!
_____________________vero giardin d'Armida! ah, dolci figli!).
Fra l'altro ho conosciuto proprio all'Università gli amici n. 2, 9, 13, 23, 29, 33, 37, 40, 45 ecc. della Media amicaria;
_____________________e taccio il dardeggiare di Cupido.
Inoltre,
_____________________anche grazie all'esempio appassionato
d'alcuni cattedratici che si dolgono, al par mio, de
_____________________la trista liceità dell'Ateneo
_____________________(nel senso che oramai pare un liceo)
e si battono e sbattono per destare e far stare nei petti dei giovinetti l'ardore dell'amore
_____________________per la cultura autentica e che dura,
_____________________mi son girasolato verso cose
_____________________che prima, accidïoso, trascuravo:
_____________________libri e libroni che qui in biblioteca
_____________________ho dal decennio e dal centennio scorso,
_____________________e mai con l'occhio e il dito avevo scorso;
_____________________e ha reso fluido, a tratti, il mio percorso
_____________________più che mai, invero, il frequentare il corso
_____________________di laurea in Lettere moderne. Pure
_____________________resto puledro indocile a ogni morso,
_____________________mustang che scalza ogni cowboy dal dorso,
_____________________né mai fia un Ciuco d'Università
_____________________il Palascian!... Ma qui s'arresti il corso
degli endecasillabi, già Volturno in piena, ché la cosa
_____________________sta diventando troppo estetizzante
(e basta).

CITAZIONE (sedaris @ 24/9/2006, 20:57)
CITAZIONE (annodato @ 23/9/2006, 21:01)
I migliori sono fuori dal giro e fanno di solito il contrario di quello che viene insegnato.

??? :-)

E l'esempio appassionato dei cattadratici di cui sopra? Pazienza. In effetti, per controesempio, ci sono certi musicisti che modestamente sono quello che sono!, e sono fuori dal «giro»... e l'hanno fatto, «il contrario di»: hanno studiato prima la dodecafonia e POI un po' d'armonia e contrappunto, e il solfeggio MAI... e al Conservatorio, infine, non li hanno presi... e meno male, perché là si sarebbero rovinati! Oh per la merda (citazione da Rabelais), quante banalità mi stanno uscendo qua!...
_____________________Ma torniamo al mestiere del filosofo.
_____________________O Annodato, disnoda i gordi intrichi!

Edited by Hamlet da Hamelin - 8/10/2006, 17:25
 
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annodato
view post Posted on 25/9/2006, 18:47




CITAZIONE
E cos'è ? Per me la politica è espressione di potere puro, in Italia come nel resto del mondo. Sulla qualità di questo potere forse si può essere in disaccordo.

Per dire la mia rispetto alla tua dipende da cosa intendi per politica. Se per politica intendi l'accezione più ampia, quella che rende qualsiasi azione etica una pratica politica, sono d'accordo con te. Se invece intendi per politica soltanto quella pratica in grado di fare leggi e buttare bombe atomiche allora non sono d'accordo con te. Avrò modo, forse, di spiegare la mia posizione.

CITAZIONE
CITAZIONE
I migliori sono fuori dal giro e fanno di solito il contrario di quello che viene insegnato.

??? :-)

Ho detto in modo superficiale qualcosa che andrebbe spiegata meglio. Per migliori io intendo sempre, e questo vale per ogni campo, i più creativi. E i più creativi (coloro che amano sperimentare nuove visioni) sono per definizione fuori dal giro e contrari alle pratiche consolidate (che sono di solito spogliate del senso originario, più profondo). Ad esempio Freud è un pensatore eccezionale (uno dei migliori), perché è creativo non perché la sua teoria è "vera", ma i freudiani, che hanno consolidato le sue intuizioni (la miriade di psicologi che si definiscono, in piena ignoranza, freudiani) hanno trasformato qualcosa di vitale in lettera morta. Probabilmente, possiamo ritenere che sia stato lo stesso Freud a volere questo (la sua politica, non la sua scienza). Ha barattato il senso più profondo della sua pratica di pensiero in cambio di un posto (per la psicologia) tra le discipline scientifiche. La psicologia ha così acquistato significato ma perso il senso originario. La disputa con Jung è stata una disputa politica, non teorica.

CITAZIONE
Dalle tue parole mi sembra di capire che la filosofia è quella cosa con la quale o senza la quale stiamo sempre tal quale. :-)

Non direi mai una cosa del genere, però bisogna capire che la filosofia non è né una pratica che arricchisce (salva) tutti, né uno strumento che l'uomo può usare a suo piacimento. Per me questo non è qualcosa di brutto (triste), al contrario è qualcosa che da valore alla filosofia (ed allo stesso tempo alle altre pratiche).
Niente visione da Coca Cola né un tipo di religione. La religione cattolica ha un grande debito con la filosofia (non il contrario), e comunque non andrebbe svalutata come "oppio per i popoli" (a meno che noi stessi non ci sentiamo "popolo").
CITAZIONE
Quando chiedevo esempi pratici ero davvero genuino. Almeno apparentemente la filosofia non entra mai nella mia vita, è questo che un po’ mi fa pensare e mi spinge a chiedere dimostrazioni a voi che alla filosofia dedicate una sezione di un pregevole forum e consacrate, intuisco, parte del vostro interesse di studenti, lavoratori o semplicemente uomini.

Ma io ho capito che sei genuino nella tua richiesta, infatti ti ho dato, e ti sto dando, solo e semplicemente esempi pratici.
 
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micruo
view post Posted on 30/10/2006, 12:01




Innanzitutto, salve a tutti e a Messer Marco in particolare (come vedi, ogni promessa è debito ;) )
Intervengo brevemente nell'interessantissima discussione non per dire la mia, ma appena per dare un ulteriore spunto di discussione: se interpreto bene il suo pensiero, sedaris vorrebbe sapere a cosa serve la filosofia. Ma ciò non significa già dare un criterio prettamente utilitaristico, pragmatico, alle cose che vanno o non vanno fatte, e quindi, indirettamente, alla nostra vita?
A quando avrò un po' più di tempo il presentar me stesso (che è d'uso, e quindi attività a cui non ci si può sottrarre :P )
Ancora saluti a tutti
 
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view post Posted on 30/10/2006, 17:59
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CITAZIONE (micruo @ 30/10/2006, 12:01)
Innanzitutto, salve a tutti e a Messer Marco in particolare [...]
Sedaris vorrebbe sapere a cosa serve la filosofia. Ma ciò non significa già dare un criterio prettamente utilitaristico, pragmatico, alle cose che vanno o non vanno fatte, e quindi, indirettamente, alla nostra vita?

Diamo un plateale benvenuto a Monsù Micruò, con applausi d'incoraggiamento acché presto si presenti tramite dettagliata autobiografia multimediale; e veniamo immediatamente alla questione dell'«a cosa serve».

Il verbo, pens'io, non va preso alla lettera; la filosofia non lava per terra, non spolvera i mobili, non lucida le posate; facciamo una rapida ricerca in Rete (la morte delle biblioteche) su «scopo della filosofia» e vediamo cosa esce fuori.

Dispongo i testi da me ritagliati nell'ordine in cui mi sono apparsi (che casualità suggestiva che due apparizioni consecutive - non figlie d'uno stesso sito - riguardino un certo Sellars!, o che altre due sembrino l'una la prosecuzione dell'altra, entrambe riguardando Wittgenstein!, ecc.).

(E che divertente trovarli in contrasto, talvolta, l'un con l'altro!, com'è naturale che sia, data l'angolatura a 360° della mente umana...)

Mi limito, qui, a 40 ritagli. M'è costato una grande faticata, trasceglierli e trascriverli per voi: quindi fatemi il piacere di legger tutto, magari a rate. Grazie.



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1-8

1. Ernesto Riva: «lo scopo della filosofia è quello di aiutare l'uomo a venire in chiaro a se stesso, portarlo al riconoscimento dei suoi limiti e renderlo giusto, cioè solidale con gli altri. Perciò Socrate prese come suo motto ciò che era scritto sul frontone del tempio di Apollo a Delfi, e cioè gnoti sauton, "conosci te stesso" [...]. Per conoscere noi stessi, la prima condizione è quella di riconoscere le proprie possibilità ed i propri limiti, cioè liberarci dalla vana presunzione di sapere tutto [...]. Socrate non vuole dare al discepolo una sua dottrina, bensì lo vuole stimolare nella ricerca della sua personale verità. Questo modo di procedere è la maieutica, l'arte della levatrice, che la madre di Socrate, Fenarete, esercitava. come la levatrice aiuta le donne a partorire i figli, così Socrate vuole aiutare il discepolo a partorire da solo la verità».

2. Federico Zuolo: «Scopo della filosofia è [...] il miglioramento del carattere e il controllo delle passioni. [...] si dovrà aspettare Agostino per giungere all’idea che ci sia una sfera della volontà separata dalla conoscenza e dalle passioni. Per gran parte del pensiero antico la ragione è fonte autonoma di desiderio e motivazione, e per questo motivo Horn rintraccia in tutta la filosofia antica un carattere prettamente socratico, ovvero l’idea che a un sapere pieno e valido corrisponda un retto agire e che quindi non si dia in senso stretto una intenzione malvagia, ma soltanto un errore nel comprendere ciò che è il vero bene. Questa è la posizione socratica pura, che poi sarà ripresa e per certi aspetti radicalizzata dagli stoici».

3. Cristiano Martorella: «Secondo Wittgenstein lo scopo della filosofia non è erigere un edificio di concetti, il sistema filosofico, ma praticare un continuo e radicale controllo sul linguaggio. La filosofia deve fornire una "grammatica" perspicua del linguaggio. Essa non è una dottrina ma una attività. La forma più nobile del buddhismo [...] ha il medesimo atteggiamento. Il buddhismo, in particolare lo zen, necessita di una pratica costante, non è una religione [...]. Attraverso la meditazione zazen oppure con quesiti kouan, il buddhismo [...] intende liberare l'individuo dagli errori che controllano la sua mente».

4. Filippo Trasatti: «Lo scopo della filosofia [...] è l’alternativa strategica opposta al quotidiano, petulante, orribile “non c’è problema!”».

5. Tina Saccomanno: «Lo scopo della filosofia è [...] il desiderio di conoscere la verità. Da cosa nasce questo bisogno? Secondo Platone e Aristotele, dalla meraviglia che prova l’uomo quando si pone davanti all’universo come un Tutto e si chiede quale ne sia l’origine e il fondamento e quale posto occupi egli stesso in questo universo».

6. Alessandro Chidichimo (parafrasando Sellars): «lo scopo della filosofia consiste nel vedere come le cose stanno insieme in una visione unitaria. Parlando di cose ci si riferisce a tutto ciò che possiamo concepire, dalla mia tastiera all’affetto che provo per il mio cane, o ancora dalla morte al mio spazzolino da denti».

7. Mauro Dorato: «Quarant'anni fa Wilfrid Sellars scriveva che lo scopo della filosofia è quello di “comprendere come le cose nel senso piú ampio possibile del termine si tengano insieme. Con ‘cose nel senso piú ampio possibile del termine’ intendo riferirmi non solo a cavoli e re, ma a numeri e doveri, a possibilità e schiocchi di dita, all’esperienza estetica e alla morte. Fare buona filosofia significa […] ‘sapersi orientare’ rispetto a tutte queste cose, […] in quel modo consapevole che implica che nessun terreno di indagine intellettuale è proibito”».

8. Vania Costa: «Lo scopo della filosofia orientale zen è la conquista, da parte dell’uomo, della conoscenza autentica e della saggezza, fino a raggiungere l’illuminazione, uno stato di armonia con la realtà esterna ed interna, una corrispondenza biunivoca tra macrocosmo e microcosmo in cui l’uomo è libero da tutti i condizionamenti socio-culturali che lo conducono alla schiavitù».


9-16

9. Jacques Bouveresse: «Per Wittgenstein [...] scopo della filosofia è di pervenire alla chiarezza, non alla verità né a nuove forme di verità. [...] Dal momento in cui si concepisce la filosofia come un'attività di chiarificazione del senso, si ha il diritto di pensare che sia possibile risolvere pienamente i problemi filosofici, e Wittgenstein ha osservato una volta che uno degli aspetti che caratterizzano i problemi filosofici, una delle loro proprietà costitutive, consiste nella possibilità di essere pienamente risolti. [...] la [...] soluzione non dipende da progressi che devono essere compiuti preliminarmente, per esempio nelle scienze [...]. [...] non si tratta di scoprire fatti nuovi, ma semplicemente di assemblare correttamente fatti di cui già disponiamo. [...] la grande differenza tra Wittgenstein e Heidegger consiste nel fatto che quest'ultimo continua lo stesso a concepire la filosofia come se disponesse di una forma di conoscenza superiore, superiore a quella della scienza. [...] Wittgenstein non ha mai detto nulla che possa suggerire che esista realmente una forma di conoscenza completamente diversa da quella scientifica e ad essa superiore. [...] Ritengo che Wittgenstein non credesse affatto a una possibilità di questo tipo; [...] e ciò spiega molto bene come possa aver prodotto un effetto frustrante su molti filosofi. Costoro si dicono: non è possibile che la sola funzione della filosofia consista nel guarirci dalle malattie filosofiche».

10. Ernesto Riva: «La filosofia è [...] vista da Wittgenstein come una sorta di malattia, anche se non esiste una cura definitiva: la terapia migliore sarebbe quella di smettere di filosofare, ma come è possibile? "La chiarezza cui aspiriamo è certo una chiarezza completa. Ma questo vuol dire soltanto che i problemi filosofici devono svanire completamente". [...] Qual è allora lo scopo della filosofia? Wittgenstein dice: "indicare alla mosca la via d'uscita dalla trappola"».

11. Diego Fusaro: «In Malebranche l'unico vero scopo della filosofia, dove non conta altro che la "gloria di Dio", è di mostrare che in realtà l'anima non si distacca mai da Dio, anche quando essa se ne crede molto lontana, ossia quando essa è al più basso livello di conoscenza».

12. Georg Wilhelm Friedrich Hegel (trad. di Armando Plebe): «la verità è soltanto una [...]. [...] il riconoscimento di quest'unica verità è il punto di partenza e lo scopo della filosofia».

13. Antonio Livi: «della filosofia [...] è evidente [...] la sua diversità strutturale da ogni altro modo di problematizzare l’esperienza: il punto di vista, l’atteggiamento della filosofia rispetto alle cose è antitetico rispetto a quello delle altre scienze, giacché ciascuna di queste [...] riconosce come proprio àmbito d’indagine solo una parte [...] dell’essere. È lo scopo della filosofia, pertanto, ciò che oppone questa scienza (la sovrappone gerarchicamente) alle scienze particolari [...]. È questo lo statuto epistemologico del sapere che viene detto [...] “metafisico”. [...] La filosofia è dunque la scienza del “mondo” [...]. [...] diceva Platone che non tutti sono capaci di filosofia, perché non tutti vogliono prestare attenzione al tutto, ma preferiscono concentrare il desiderio di sapere sulle parti; egli parlava di “synopsis”, ritenendo che possa fare filosofia solo chi voglia avere la capacità di questo “sguardo che coglie l’intero”».

14. Carlo Cellucci: «Per Russell lo scopo della filosofia è la ricerca della certezza. [...] Il paradigma della certezza per lui è la matematica [...]. Questo rivolgersi però alla matematica è stato soltanto per lui fonte di una grande delusione [...]. Alla fine della sua vita [...] dice appunto: "Ho speso tutta la mia vita per cercare di far mantenere in piedi quest'elefante vacillante, ho cercato nella mia vita di costruire una tartaruga [la logica] per sostenerlo, mi sono accorto che anche la tartaruga non ce la faceva e quindi, tutto sommato, la mia vita è stato un fallimento"».

15. Marco Invernizzi (su Antonio Livi): «lo scopo della filosofia consiste nel "prendere coscienza (scientifica) delle verità primordiali, aggiungendo alla certezza spontanea e comune la sua giustificazione e la sua difesa contro ogni possibile negazione o dubbio"».

16. Michael Dummett (trad. di Armando Massarenti): «lo scopo della filosofia [...] non è quello di accrescere la nostra conoscenza, ma di intensificare la nostra comprensione. Noi esseri umani non abbiamo una visione chiara dei concetti che usiamo [...]. Siamo come soldati in un campo di battaglia, consapevoli di quanto accade intorno a noi quel tanto che basta per decidere che cosa fare, ma senza una visione generale di quello che sta succedendo. [...] La filosofia cerca di metterci in grado di avere una visione chiara e di dominarla, non di sapere di più, ma di comprendere più profondamente ciò che già sappiamo. [...] In termini di risultati incontestabili, la filosofia accumula ben poco. Comunque progredisce. [...] I filosofi cercano le soluzioni dei loro problemi attraversando sentieri tortuosi. Il fatto che, a un certo punto lungo il sentiero, il filosofo si diriga in una certa direzione è una prova molto modesta che la soluzione definitiva si troverà proprio da quella parte; ma seguendo il sentiero egli è comunque più vicino alla soluzione. [...] il fatto che, a un certo punto, due filosofi procedano in direzioni divergenti non dimostra però che un ulteriore tratto lungo il sentiero non lì guiderà verso la stessa soluzione. [...] come il cielo si illumina lentamente prima dell'alba, così la comprensione che essi cercano si propagherà gradualmente [...]. La filosofia fa progressi, e i suoi progressi sono una conquista per tutti. Poiché fa progressi, e poiché i suoi progressi sono il frutto di sforzi collettivi, non è diversa da ogni altra ricerca della verità. Una vita dedicata alla filosofia ha senso anche se contribuisce al progresso filosofico in una misura molto bassa».


17-24

17. Alessandro Zignani (su Nietzsche): «lo scopo della filosofia, della vita (la filosofia è educazione alla vita), è quello di permettere all'uomo - avuta coscienza di questa realtà, che è l'unica realtà effettiva dell'universo mondo - di accettarla, e, pervaso di slancio dionisiaco, di gioirne, proprio perché e in quanto unica verità possibile.

18. Renzo Grassano (su Wolff): «Scopo della filosofia e del sapere stesso è quello di illuminare l'uomo in modo tale da renderlo capace di usare appieno le sue facoltà intellettuali. La filosofia ha uno scopo pratico: la felicità umana, la quale, secondo la vecchia dottrina aristotelica, è anche un'etica basata su un'attività contemplativa e di ricerca, contrapposta ad una vita attiva e dedita unicamente ad accumulare tesori e beni materiali. Wolff dice chiaramente che la felicità umana si ottiene raggiungendo una conoscenza chiara e distinta del mondo e delle cose».

19. Giovanni Grandi: «Platone ha proposto che l'indagine sulla dimensione soprasensibile dovesse essere lo scopo della filosofia: per comprendere la realtà occorre concentrarsi sul fondamento della realtà stessa, non bisogna rimanere ancorati alle apparenze ed alle sole informazioni che ci vengono dai sensi».

20. Costanzo Preve: «In realtà non è affatto detto che lo scopo della filosofia sia quello di mettersi d'accordo. Lo scopo è anzi quello di farci prendere coscienza della inevitabilità e della opportunità di formulare in modo dialogico e razionale i nostri dissensi, che in questo modo diventano fisiologici e non più patologici. E così, di fatto, la pratica della filosofia porta ad una pratica della democrazia e della pace. I "grandi filosofi" sono allora quelli che meglio praticano questo terreno».

21. Riflessioni.it: «Wittgenstein, sotto l'influenza dell'intuizionismo di Brouwer, abbandonò la concezione della logica come linguaggio primario idealmente perfetto e pose a scopo della filosofia l'indagine dei linguaggi quali effettivamente sono. Si tratta allora di scomporre il linguaggio, istituzione creatasi nel tempo attraverso connessioni originate da fini pratici, nei "giochi linguistici" che lo compongono. La filosofia diviene semplice descrizione del linguaggio, con valore essenzialmente terapeutico, di fare cioè scomparire le illusioni sorgenti dal carattere ambiguo del linguaggio comune, da cui nascono i problemi filosofici tradizionali».

22. Alberto Cavallo: «Nella dialettica della ragion pratica Kant chiarisce prima di tutto che lo scopo della filosofia, come i greci per primi la intesero, è la formulazione della dottrina della saggezza, che attraverso la ragione cerca di trovare la via per raggiungere il sommo bene. Filosofia, anche Kant lo sottolinea, significa amore della saggezza, non solo della sapienza».

23. Filosofia-Storia.com: «Per Epicuro lo scopo della filosofia è quello di condurre gli uomini alla felicità, liberandoli da tutti i timori che possono impedire loro di raggiungere questo obiettivo. [...] La filosofia [...] si presenta agli uomini come un “quadruplice farmaco”: in primo luogo vuole liberare gli uomini dalla paura degli dei, dimostrando che il mondo è regolato da una legge di necessità e gli dei sono quindi estranei a tutte le vicende umane; vuole eliminare il timore della morte [...] (“Quando ci siamo noi la morte non c'è, quando c'è la morte non ci siamo noi” [...]); vuole inoltre dimostrare la facile raggiungibilità del piacere e la provvisorietà del dolore».

24. Giordana Szpunar (su Darwin): «Lo scopo della filosofia guidata dalla logica tradizionale è quello di fornire una giustificazione universale dei fenomeni attingendo all’universo del trascendente; la vita nel suo intero viene considerata come "regolata da un principio trascendente verso uno scopo finale e inclusivo". Questo tipo di atteggiamento nei confronti della realtà pone un problema: l’abitudine di derogare dai significati e dagli usi presenti ci impedisce un serio riconoscimento dei mali che essi presentano e impedisce un serio interesse al bene che promettono ma che ancora non realizzano. Questa abitudine fa rivolgere il pensiero all’occupazione di trovare un rimedio trascendente per alcuni e una garanzia universale per gli altri. Assumendo il nuovo tipo di logica questo problema viene meno: la filosofia rinuncia alla ricerca di qualsiasi giustificazione universale, per dedicarsi [...] al fine di migliorare la cultura, l’educazione, la politica. [...] la logica darwiniana non solo modifica l’oggetto e il fine della filosofia, ma ne trasforma anche, e di conseguenza, la funzione. Infatti, idealizzare e razionalizzare l’universo in generale rappresenta dopotutto una confessione dell’incapacità di gestire il corso delle cose che ci riguardano da vicino. Finché l’umanità è stata affetta da questa impotenza, ha spostato il peso di responsabilità che non poteva sopportare sulle più adeguate spalle della causa trascendente».


25-32

25. Enrico Boesso: «Quale è lo scopo della filosofia? Il raggiungimento della felicità, dice Aristotele nell'Etica».

26. Kim van der Leeuw: «Scopo della filosofia e del suo insegnamento è quello di accrescere l'intuizione e non la conoscenza. Per questo la filosofia può essere appresa soltanto attraverso la scoperta della verità che le appartiene, ossia pensando, non imparando meccanicamente o studiando la storia della filosofia».

27. Guido Marenco: «Rorty ha rifiutato la concezione della filosofia come 'scienza rigorosa' [...]: "scopo della filosofia non è la verità, ma la felicità". Con ciò si guadagna tutta la mia simpatia, ma non il mio accordo, perché contrapporre verità e felicità non mi sembra abbia molto senso».

28. Marco Mazzone (su Wittgenstein): «lo scopo della filosofia è [...] chiarificare e "mostrare" l'orizzonte delle nostre certezze. Per questo, il metodo ad essa adatto non può che essere la "descrizione". Tentare di fornire una "spiegazione" scientifica, naturalistica e/o cognitiva, della certezza significherebbe avanzare una congettura, e per ciò stesso abbandonare l'ambito della certezza».

29. Kazimierz Ajdukiewicz: «Per i positivisti, le particolari scienze naturali esauriscono tutto ciò che possiamo conoscere della realtà. Non v'è altra conoscenza sul mondo se non quella fornitaci da queste scienze. Scopo della filosofia non è andare oltre queste scienze in cerca di una conoscenza più profonda della realtà che non sia quella fornitaci dalle scienze naturali, ma semplicemente fare sintesi e sistematizzazioni dei loro risultati».

30. Simona Coviello: «Nell’epoca contemporanea la filosofia si presenta come settorializzata [...]. Eppure lo scopo della filosofia può essere, forse, considerato ancora come unico se si considera in generale scopo della filosofia il comprendere e il ricercare. Essa si basa su concetti, la relazione cioè tra parola e significato; ora, sebbene tale relazione muti col variare del tempo, ogni concetto si trascina [...] in epoche diverse».

31. CorpoeBenessere.it: «Lo scopo della filosofia è il raggiungimento della saggezza: il saggio è colui che si identifica con l'universo. Macrocosmo e microcosmo, fusi da inscindibili legami, si plasmano e si influenzano reciprocamente».

32. Thomas Hobbes: «Il fine o scopo della filosofia [...] sta nel far sì che possiamo utilizzare la previsione degli effetti a nostro vantaggio».


33-40

33. LaBottegadeiLicei.it (su Aristotele): «lo scopo della filosofia non è mirato a trasformare il mondo, ma a comprenderlo e ad accettarlo così come si presenta al genere umano».

34. Enrico "1nsan3": «Lo scopo della filosofia è cercare, non trovare. Il nostro scopo è vivere, non morire».

35. Michele Marsonet (su Rorty): «Lo scopo della filosofia è aiutare gli esseri umani a liberarsi dal linguaggio che attualmente usano quando esso diventa obsoleto, e creare linguaggi nuovi che li pongano in un rinnovato senso di sintonia con la realtà. Ecco perché non è possibile parlare di princìpi eterni o di valori assoluti».

36. Massimo Barile: «Heidegger [...] pone come scopo della filosofia cercare il senso dell'essere e distingue fra un "esserci", che è l'esistere come esistenza banale, ed una esistenza autentica superiore, che è il rivelarsi dell'esistenza a se stessa».

37. Thomas Dana LLoyd (trad. di Giuseppe Alvaro): «quale in fondo è lo scopo della filosofia [...] se non, come diceva il neo-platonico Porfirio, "di liberare la nostra mente dai limiti e dalle catene"?».

38. Guido Bonino (su Roger Scruton): «Scopo della filosofia, o almeno della buona filosofia, è secondo l'autore quello di reincantare il mondo dopo che la cattiva scienza ha condotto al suo disincanto.

39. Paolo Colombo (su Ricoeur): «scopo della filosofia non è [...] di “risolvere problemi”, ma anzitutto di “elaborare domande” interpretandone il significato e chiarendone la portata».

40. Anonimo autore del pamphlet Contro Ratzinger: «Più che sul terreno filosofico, il pensiero di Ratzinger si sviluppa sul terreno della storia delle idee e del loro influsso. Il fatto che questo tipo di discorso sia oggi scambiato per filosofia non fa che dimostrare quanto la filosofia sia diventata un sapere tra gli altri, una pratica ripiegata su se stessa e dimentica del proprio oggetto. È a causa di questo oblio dello scopo della filosofia che Ratzinger può presentarsi (e risultare credibile) come filosofo. È a causa della rinuncia non solo a rispondere, ma perfino a domandare, di molta filosofia contemporanea, che Ratzinger può rimproverare alla razionalità moderna la sua incompletezza e presentare il cristianesimo come erede del pensiero greco, come l'unica voce che si ostina a dare risposte comprensibili (e, quindi, in apparenza, a porre domande universali) sul senso del nascere e del morire, su ciò che è giusto o sbagliato, sulla possibilità del bene e sul ruolo del male nel mondo. Si tratta di un risultato eccezionale, considerato il topolino teoretico partorito dal gran rimuginare dell'ex inquisitore. Dopo avere strappato alla modernità le sue origini, assegnandole d'ufficio al cristianesimo, Joseph Ratzinger si infila nella breccia aperta dal pensiero debole, riuscendo, nel silenzio generale, a occupare il bisogno di un pensiero forte che tende sempre a riacutizzarsi in epoche impaurite».

Edited by Hamlet da Hamelin - 20/10/2007, 21:58
 
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CITAZIONE (Hamlet da Hamelin @ 30/10/2006, 17:59)
13. Antonio Livi [...]

15. Marco Invernizzi (su Antonio Livi) [...]

Il Caso avendo spinto le maree della Rete a gettare i memi liviani sulle nostre rive telematiche per ben due volte, quasi consecutive, ed ambedue esse sotto l'egida di qualche sito in odore d'integralismo cattolico, ci è venuto il sospetto che la Weltanschauung dell'a noi ignoto Livi, per alcuni non marginali aspetti, potesse trovarsi in contrasto con le tendenze epistemiche dell'Accademia Palasciania. Abbiamo ricercato. E la risposta pare positiva.

Di Livi - 68enne sacerdote dell'Opus Dei e decano della Facoltà di Filosofia della Pontificia Università Lateranense - la studiosa Barbara Raggi, dopo ch'egli elogiasticamente introdusse un libello antisemita (nonché anti-Concilio Vaticano II) edito da un ex responsabile culturale di Forza Nuova, scrisse: «Trovo allarmante [...] che Livi sia ancora seduto sulla sua cattedra».

image
Il suddetto libello antisemita.

Vedasi qui: image

Qui l'introduzione in questione: image

Leggo altrove (image): «Come riportato da "L'Unità" del 21 giugno [2000], monsignor Antonio Livi, partecipando a un convegno di Alleanza Nazionale, ha così corretto Publio Fiori che aveva storpiato il suo cognome in "Levi": "Se appartenessi a quella stirpe, sarei direttore del tg1"».

Edited by Hamlet da Hamelin - 30/10/2006, 21:43
 
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micruo
view post Posted on 31/10/2006, 11:17




CITAZIONE (Hamlet da Hamelin @ 30/10/2006, 17:59)
Diamo un plateale benvenuto a Monsù Micruò, con applausi d'incoraggiamento acché presto si presenti tramite dettagliata autobiografia multimediale

Chiedo umilmente venia per l'OT, ma: in che sezione mi suggerisci di postare una tale presentazione? ^_^
 
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CITAZIONE (micruo @ 31/10/2006, 11:17)
CITAZIONE (Hamlet da Hamelin @ 30/10/2006, 17:59)
Diamo un plateale benvenuto a Monsù Micruò, con applausi d'incoraggiamento acché presto si presenti tramite dettagliata autobiografia multimediale

Chiedo umilmente venia per l'OT, ma: in che sezione mi suggerisci di postare una tale presentazione? ^_^

Ma ovviamente nella sezione Amicarium.
 
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