QUESTO FORUM È IN DISUSO! IN USO È, INVECE, IL BLOG palasciania.blogspot.com DOVE VI ASPETTIAMO LIETAMENTE ONDE ALLIETARE LA VOSTRA MENTE. :)

Sulla «verità» o «falsità» di teorie antagoniste

« Older   Newer »
  Share  
annodato
view post Posted on 12/10/2006, 09:52 by: annodato




Rispondo a partire da due punti di vista:

a partire dalla pratica scientifica
Cito Luciano Nanni - "I cosmi, il metodo. Diario d'arte e di epistemologia 1979/1989":
CITAZIONE
Ciò che fa scientifica una teoria non è la sua verità o falsità, ma la sua controllabilità.
Asterisco 1: una teoria è controllabile se non è internamente contradditoria e se può essere portata al "cimento con i fatti".
Nota: I fatti qui sono segni, cioè a dire "cose viste in pratiche" (verbali e no), se è vero che devono fungere da controllori e che un controllo esige intersoggettività.
Asterisco 2: la prima condizione (la sua non contradditorietà a livello di intensione) pone, a livello di estensione, la possibilità della seconda (il "cimento con i fatti").
Nota: la coerenza qui postulata è quella che pure il teorema di Godel non può non postulare, se vuole essere detto appunto il teorema di Godel.

Feyerabend lo lascerei perdere, non perché è cattivo, perché può fare confusione (se partiamo dalla pratica scientifica).

a partire dalla pratica filosofica
Dunque rimane solo la dialettica? No rimane solo la pratica (anche la pratica dialettica, naturalmente). Un filosofo come Nietzsche (non certo umile) diceva che il compito della filosofia era "semplicemente" quello di far sì che la pratica filosofica stessa rimanesse in vita (non equivochiamo però, allora la filosofia è fine a se stessa, ecc. ecc.). "Io sono la filosofia", diceva Nietzsche, e non intendeva certo dire che le sue teorie erano le più importanti, ma che la filosofia era nel suo corpo (nel suo agire, vale a dire: nella sua pratica). E le teorie? Che importa di Zarathustra! Le teorie sono importanti perché sono pratiche in esercizio, non perché ci danno potere sul mondo (e su noi stessi).
I razionalisti di oggi sono tutti eteronomi? ciò che viene dall'esterno o dall'interno è possibile individuarlo a partire dalla razionalità. I razionalisti di oggi, anche se a parole dicono il contrario, nei fatti si comportano come se interno ed esterno fossero "cose" esistenti (appartenenti all'essere e non al nulla) a prescindere dalla pratica della razionalità. Io questo atteggiamento lo chiamo "perdita del punto di vista critico".

 
Top
4 replies since 12/9/2006, 15:07   410 views
  Share