INCENERITORE:
TUMORI SENZA RUMORE
APPELLO AI CITTADINI DELL'AGRO CAMPANO
IL FALLIMENTO DEL COMMISSARIATO
L’emergenza rifiuti non sono le montagne di immondizia che si accumulano per le strade ogni tre mesi.
È dal 1994 che la gestione dei rifiuti in Campania è affidata dal Governo a un
Commissario Straordinario (da Rastrelli a Bertolaso passando per Losco, Bassolino e Catenacci): un’emergenza che dura paradossalmente da ben TREDICI ANNI! E questa situazione straordinaria-ordinaria sta finendo col renderci indifferenti agli effetti di un metodo che, giustificato in nome d’una presunta fretta, consiste nella ripetizione ormai sistematica di
scelte miopi e scellerate.Non s’è messa a punto altra strategia per uscire dall’emergenza se non quella consistente nell’apertura di DISCARICHE A ESAURIMENTO in attesa che entrino in funzione IL GRANDE INCENERITORE DI ACERRA E QUELLO DI SANTA MARIA LA FOSSA. Impianti appaltati dallo Stato, in blocco con tutto il ciclo dei rifiuti, alla FIBE (società attualmente
indagata per truffa) (e, a proposito d’indagini: il vice di Bertolaso, De Biasio, è stato
arrestato…).
Ma è la raccolta differenziata l’unica vera via per uscire dall’emergenza! E la legge dice che dovrebbe essere, dovunque,
obbligatoria (vedasi Legge Ronchi, D.L. n. 22/1997 – che si allinea alle direttive CEE n. 75/442, n. 76/403 e n. 78/319 –, ora aggiornata dalla Finanziaria 2007 che prescrive il raggiungimento del 40% entro il prossimo 31 dicembre).
Intanto è l’ultimo rapporto della Corte dei Conti (delibera 6/2007/G) a constatare ufficialmente il fallimento del regime di amministrazione straordinaria, «di cui la stessa inefficacia ha assicurato la sopravvivenza» e che secondo la Corte avrebbe soprattutto
rallentato la raccolta differenziata!DISCARICHE: ABISSI D’ILLEGALITÀ (ANCHE QUELLE “LEGALI”)
Restano poi da capire i reali motivi per cui
il Commissariato non ha voluto dare ascolto ai geologi dell’Università Federico II che segnalavano, dopo attento studio,
i siti realmente idonei alla realizzazione di discariche, ben lontano da zone abitate e da falde acquifere, al contrario – per esempio – di Caserta. La scusa della mancanza di tempo non regge: la relazione fu consegnata a febbraio, e in questi mesi si sarebbe potuto fare di tutto, coi potentissimi mezzi a disposizione di Bertolaso (esercito compreso).
I cittadini di Serre, entro il cui territorio Bertolaso – noncurante della sentenza avversa del Tribunale di Salerno – si ostinava a voler impiantare una discarica di circa 700.000 t
a ridosso dell’oasi WWF di Persano, e del Sele (il fiume piú pulito del Mezzogiorno!), a maggio
hanno ottenuto un compromesso – si riapre una vecchia discarica, un po’ piú lontano dall’oasi –
dopo un presidio durato mesi e mesi, costato duro sacrificio e confronti ripetuti con le forze dell’ordine.
Intanto a Caserta la discarica di Lo Úttaro è stata aperta all’alba del 24 aprile con la forza (circa trecento militi delle varie forze armate e di polizia contro una trentina di presidianti), a onta delle proteste dei cittadini del casertano – vescovo incluso – che cosí hanno visto
degradare ulteriormente una zona che aspetta la bonifica dal 2005. Questo
sia in violazione della legge 290/06 (cioè la stessa legge che disciplina l’emergenza rifiuti in Campania), precisamente all’art. 5 (per il quale è da tenersi conto dell’impatto ambientale in aree dove già insistono – e cosí era – discariche, siti di stoccaggio ecc. in evidente stato di saturazione),
sia in violazione della legge Ronchi, che
vieta di conferire il rifiuto “tal quale” direttamente in discarica!Il rifiuto “tal quale” produce abbondantissimo PERCOLATO, liquame tossico che penetrando il terreno giunge a contaminare le falde acquifere; né c’è impermeabilizzazione che tenga a lungo. Ma a Lo Uttaro mancano perfino i
pozzi spia per monitorare l’inquinamento del sottosuolo!
E resta ancora da dire che questa discarica sta occultando, sotto la nuova immondizia, circa
80.000 m3 di rifiuti di origine ignota, sversati illegalmente negli anni ’90.
Quest’ultimo dettaglio pertiene a ben piú grave, e sommersa, EMERGENZA: cioè l’
elevatissima e pericolosissima concentrazione in Campania di sversamenti abusivi di rifiuti speciali e pericolosi, provenienti dalle industrie d’Italia e d’Europa, a opera della camorra. Per questo negli ultimi decenni
centinaia di migliaia di persone – noi tutti –
sono state esposte a inquinanti tossici. Tossicità superiore ad ogni norma.
La relazione dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) resa nota il 12 aprile scorso ha notificato statistiche inquietanti. Otto Comuni della zona tra le province di Napoli e Caserta sono caratterizzati da un aumento di
mortalità per cancro del 9-12%, e un aumento di
malformazioni del feto finanche superiore all’88%, rispetto alle altre province e regioni meridionali.
All’inizio degli anni 2000, dei prelievi hanno rilevato nel territorio acerrano UN TASSO DI DIOSSINA PIÙ ELEVATO CHE A SEVESO DOPO L’INCIDENTE DEL 1976. E nel 2004 la rivista inglese «The Lancet» ha definito il territorio compreso fra Nola, Acerra e Marigliano
Triangolo della Morte.
Ma il triangolo è ormai un ottagono, un tridecagono, un poligono tentacolare.
Fra l’altro, di recente
s’è reso necessario l’abbattimento di migliaia di pecore a causa dell’inquinamento dell’erba.INCENERITORE: TUMORI SENZA RUMORE
Gli inceneritori sono una tecnologia SUPERATA E PERICOLOSA.
In Europa, entro il 2012, saranno demoliti tutti. Si è recentemente scoperto che il
particolato ultrafine presente tra le sue emissioni è capace di penetrare – con effetti devastanti –
fino nei nuclei delle nostre cellule, a contatto col DNA; e a livello cerebrale deposita una sostanza, l’amiloide, che è alla base di tutte le malattie neurodegenerative come l’Alzheimer. Vedi online questa conferenza del prof. Montanari:
http://video.google.com/videoplay?docid=7395495186822276391. È a lui e alla prof. Gatti che l’Unione Europea ha commissionato lo studio che rivela, soprattutto, l’estrema pericolosità del particolato PM 0,1: nanoparticelle cancerogene di diametro inferiore al decimillesimo di millimetro, e che viaggiano – portate dal vento – con ricadute in un’area dal raggio
minimo di circa 20 km. NON ESISTE FILTRO IN GRADO DI ABBATTERLE, NÉ SONO RILEVABILI DAI COMUNI SENSORI AMBIENTALI.
Già si sapeva che gli inceneritori emettono, inoltre, dosi massicce di
diossina, anch’essa cancerogena. Questa ricade sul terreno e si accumula in tutti gli organismi viventi, mediante la catena alimentare; e,
come le nanoparticelle, NON È SMALTIBILE IN NESSUN MODO. SALVO IN UN CASO:
il passaggio diretto da madre a figlio nel corso della gravidanza!
I gas originati dalla combustione dei rifiuti contengono anche
altre sostanze pericolose (per es. arsenico e formaldeide), e ancora molte altre
ancora sconosciute.
Circa un terzo del peso iniziale del rifiuto si ritrova poi, alla fine del ciclo di combustione, sotto forma di
ceneri altamente contaminate: pertanto l’inceneritore non elimina affatto le discariche; anzi, al contrario,
richiede una discarica speciale per le ceneri residue!
Altro, insomma, che le belle rassicurazioni ammanniteci dalla tv, nello spazio tra un telequiz e un reality show. Meno male (si fa per dire) che nella legislazione italiana, in base all’articolo 216 del testo unico delle Leggi Sanitarie (Gazzetta Ufficiale n. 220 del 20 settembre 1994), gli inceneritori sono già da tempo considerati «INDUSTRIE INSALUBRI DI PRIMA CLASSE».
Va detto che gli inceneritori possono vivere solo grazie alla “truffa” dei certificati CIP 6, cioè da quando – anni fa – sono stati equiparati alle energie rinnovabili (solare, eolica ecc.) e pertanto prendono dei contributi non dovuti, contributi che noi tutti paghiamo con le nostre bollette dell’ENEL!
Gli inceneritori sono inquinanti, antieconomici, inutili: ciò che serve, lo si è già detto, è la raccolta differenziata. E
la frazione residua non riciclabile non deve essere bruciata, ma passata per tecnologie a freddo come l’MBT (trattamento meccanico biologico).
Nonostante tutto ciò, è in progetto la costruzione dell’inceneritore di S. Maria La Fossa. Ed è altresí previsto che l’inceneritore di Acerra (il piú grande d’Europa), già costruito, entri in funzione – malgrado le proteste della cittadinanza – entro il 31 ottobre.
CHE COSA FARE NELLE NOSTRE CITTÀ?
Il problema cittadino deve essere innanzitutto letto entro il quadro del disastro DELL’INTERA REGIONE, cioè l’idea motrice deve essere quella di
concorrere all’alleggerimento della situazione campana.
È in tal senso che occorre
impegnarsi per il pieno successo della raccolta differenziata porta a porta. A Capua c’è poi da capire che cosa il Comune intenda fare in merito ai siti inquinati del Frascale e dell’ex zuccherificio.
Ma la cosa piú importante è
avversare la costruzione dell’inceneritore di Santa Maria La Fossa.Le redini di tale costruzione, inizialmente affidate alla FIBE, sono ora in mano al Commissariato stesso.
Il sito scelto in origine era nel territorio di Battipaglia, ed è stato delocalizzato nel 2001 a Santa Maria La Fossa con
decisione unilaterale da parte del Commissariato: le ordinanze non sono state trasmesse né al Comune, né alla Provincia, neanche per presa visione.
Il motivo ufficiale della delocalizzazione da Battipaglia è stata la VOCAZIONE AGRICOLA delle sue terre, per la tutela degli ALLEVAMENTI BUFALINI e della mozzarella (esiste infatti un D.L. del 18 maggio 2001 che
impedisce di costruire termovalorizzatori in zone agricole caratterizzate da qualità e tipicità dei prodotti).
Ma a Santa Maria La Fossa, territorio che presenta le
stesse caratteristiche (tranne che la rete viaria è insufficiente al traffico normale; figurarsi quello dei camion mondezzai),
la produzione di mozzarella è dieci volte superiore! Eppure
nella VALUTAZIONE DI COMPATIBILITÀ AMBIENTALE
non si parla per nulla di bufale, come se a Santa Maria La Fossa non esistessero.
Nella suddetta valutazione di compatibilità, inoltre, MANCA UNA QUALSIASI ANALISI DELLO STATO ATTUALE DELL’INQUINAMENTO DI QUESTE ZONE. Ma si pensi solo (per non aprire nuovi capitoli sulle emissioni industriali ecc.) alla miriade di discariche e microdiscariche illegali, o alla discarica di Parco Saurino, legale ma gestita illegalmente (con perdite di percolato nei campi coltivati!)…
Ci si può essere svegliati tardi, perché prima non si sapeva; ma ora che si sa tutto questo, non è possibile tacere, se vogliamo vivere.
Capua, 23 giugno 2007COMITATO CAPUANO ALLARME RIFIUTI
& CIRCOLO ARCI “OLTRE IL MURO”
Chi ha a cuore questa terra contatti per adesioni, segnalazioni
e informazioni l’indirizzo emerifiuti.capua spirale libero.it*
* Sostituire « spirale » con «@».Edited by Hamlet da Hamelin - 15/7/2007, 03:47