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SANTA MARIA LA FOSSA

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view post Posted on 25/6/2007, 23:36
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INCENERITORE:
TUMORI SENZA RUMORE


APPELLO AI CITTADINI DELL'AGRO CAMPANO


IL FALLIMENTO DEL COMMISSARIATO


L’emergenza rifiuti non sono le montagne di immondizia che si accumulano per le strade ogni tre mesi.

È dal 1994 che la gestione dei rifiuti in Campania è affidata dal Governo a un Commissario Straordinario (da Rastrelli a Bertolaso passando per Losco, Bassolino e Catenacci): un’emergenza che dura paradossalmente da ben TREDICI ANNI! E questa situazione straordinaria-ordinaria sta finendo col renderci indifferenti agli effetti di un metodo che, giustificato in nome d’una presunta fretta, consiste nella ripetizione ormai sistematica di scelte miopi e scellerate.

Non s’è messa a punto altra strategia per uscire dall’emergenza se non quella consistente nell’apertura di DISCARICHE A ESAURIMENTO in attesa che entrino in funzione IL GRANDE INCENERITORE DI ACERRA E QUELLO DI SANTA MARIA LA FOSSA. Impianti appaltati dallo Stato, in blocco con tutto il ciclo dei rifiuti, alla FIBE (società attualmente indagata per truffa) (e, a proposito d’indagini: il vice di Bertolaso, De Biasio, è stato arrestato…).

Ma è la raccolta differenziata l’unica vera via per uscire dall’emergenza! E la legge dice che dovrebbe essere, dovunque, obbligatoria (vedasi Legge Ronchi, D.L. n. 22/1997 – che si allinea alle direttive CEE n. 75/442, n. 76/403 e n. 78/319 –, ora aggiornata dalla Finanziaria 2007 che prescrive il raggiungimento del 40% entro il prossimo 31 dicembre).

Intanto è l’ultimo rapporto della Corte dei Conti (delibera 6/2007/G) a constatare ufficialmente il fallimento del regime di amministrazione straordinaria, «di cui la stessa inefficacia ha assicurato la sopravvivenza» e che secondo la Corte avrebbe soprattutto rallentato la raccolta differenziata!


DISCARICHE: ABISSI D’ILLEGALITÀ (ANCHE QUELLE “LEGALI”)

Restano poi da capire i reali motivi per cui il Commissariato non ha voluto dare ascolto ai geologi dell’Università Federico II che segnalavano, dopo attento studio, i siti realmente idonei alla realizzazione di discariche, ben lontano da zone abitate e da falde acquifere, al contrario – per esempio – di Caserta. La scusa della mancanza di tempo non regge: la relazione fu consegnata a febbraio, e in questi mesi si sarebbe potuto fare di tutto, coi potentissimi mezzi a disposizione di Bertolaso (esercito compreso).

I cittadini di Serre, entro il cui territorio Bertolaso – noncurante della sentenza avversa del Tribunale di Salerno – si ostinava a voler impiantare una discarica di circa 700.000 t a ridosso dell’oasi WWF di Persano, e del Sele (il fiume piú pulito del Mezzogiorno!), a maggio hanno ottenuto un compromesso – si riapre una vecchia discarica, un po’ piú lontano dall’oasi – dopo un presidio durato mesi e mesi, costato duro sacrificio e confronti ripetuti con le forze dell’ordine.

Intanto a Caserta la discarica di Lo Úttaro è stata aperta all’alba del 24 aprile con la forza (circa trecento militi delle varie forze armate e di polizia contro una trentina di presidianti), a onta delle proteste dei cittadini del casertano – vescovo incluso – che cosí hanno visto degradare ulteriormente una zona che aspetta la bonifica dal 2005. Questo sia in violazione della legge 290/06 (cioè la stessa legge che disciplina l’emergenza rifiuti in Campania), precisamente all’art. 5 (per il quale è da tenersi conto dell’impatto ambientale in aree dove già insistono – e cosí era – discariche, siti di stoccaggio ecc. in evidente stato di saturazione), sia in violazione della legge Ronchi, che vieta di conferire il rifiuto “tal quale” direttamente in discarica!

Il rifiuto “tal quale” produce abbondantissimo PERCOLATO, liquame tossico che penetrando il terreno giunge a contaminare le falde acquifere; né c’è impermeabilizzazione che tenga a lungo. Ma a Lo Uttaro mancano perfino i pozzi spia per monitorare l’inquinamento del sottosuolo!

E resta ancora da dire che questa discarica sta occultando, sotto la nuova immondizia, circa 80.000 m3 di rifiuti di origine ignota, sversati illegalmente negli anni ’90.

Quest’ultimo dettaglio pertiene a ben piú grave, e sommersa, EMERGENZA: cioè l’elevatissima e pericolosissima concentrazione in Campania di sversamenti abusivi di rifiuti speciali e pericolosi, provenienti dalle industrie d’Italia e d’Europa, a opera della camorra. Per questo negli ultimi decenni centinaia di migliaia di persone – noi tutti – sono state esposte a inquinanti tossici. Tossicità superiore ad ogni norma.

La relazione dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) resa nota il 12 aprile scorso ha notificato statistiche inquietanti. Otto Comuni della zona tra le province di Napoli e Caserta sono caratterizzati da un aumento di mortalità per cancro del 9-12%, e un aumento di malformazioni del feto finanche superiore all’88%, rispetto alle altre province e regioni meridionali.

All’inizio degli anni 2000, dei prelievi hanno rilevato nel territorio acerrano UN TASSO DI DIOSSINA PIÙ ELEVATO CHE A SEVESO DOPO L’INCIDENTE DEL 1976. E nel 2004 la rivista inglese «The Lancet» ha definito il territorio compreso fra Nola, Acerra e Marigliano Triangolo della Morte.

Ma il triangolo è ormai un ottagono, un tridecagono, un poligono tentacolare.

Fra l’altro, di recente s’è reso necessario l’abbattimento di migliaia di pecore a causa dell’inquinamento dell’erba.


INCENERITORE: TUMORI SENZA RUMORE

Gli inceneritori sono una tecnologia SUPERATA E PERICOLOSA. In Europa, entro il 2012, saranno demoliti tutti. Si è recentemente scoperto che il particolato ultrafine presente tra le sue emissioni è capace di penetrare – con effetti devastanti – fino nei nuclei delle nostre cellule, a contatto col DNA; e a livello cerebrale deposita una sostanza, l’amiloide, che è alla base di tutte le malattie neurodegenerative come l’Alzheimer. Vedi online questa conferenza del prof. Montanari: http://video.google.com/videoplay?docid=7395495186822276391. È a lui e alla prof. Gatti che l’Unione Europea ha commissionato lo studio che rivela, soprattutto, l’estrema pericolosità del particolato PM 0,1: nanoparticelle cancerogene di diametro inferiore al decimillesimo di millimetro, e che viaggiano – portate dal vento – con ricadute in un’area dal raggio minimo di circa 20 km. NON ESISTE FILTRO IN GRADO DI ABBATTERLE, NÉ SONO RILEVABILI DAI COMUNI SENSORI AMBIENTALI.

Già si sapeva che gli inceneritori emettono, inoltre, dosi massicce di diossina, anch’essa cancerogena. Questa ricade sul terreno e si accumula in tutti gli organismi viventi, mediante la catena alimentare; e, come le nanoparticelle, NON È SMALTIBILE IN NESSUN MODO. SALVO IN UN CASO: il passaggio diretto da madre a figlio nel corso della gravidanza!

I gas originati dalla combustione dei rifiuti contengono anche altre sostanze pericolose (per es. arsenico e formaldeide), e ancora molte altre ancora sconosciute.

Circa un terzo del peso iniziale del rifiuto si ritrova poi, alla fine del ciclo di combustione, sotto forma di ceneri altamente contaminate: pertanto l’inceneritore non elimina affatto le discariche; anzi, al contrario, richiede una discarica speciale per le ceneri residue!

Altro, insomma, che le belle rassicurazioni ammanniteci dalla tv, nello spazio tra un telequiz e un reality show. Meno male (si fa per dire) che nella legislazione italiana, in base all’articolo 216 del testo unico delle Leggi Sanitarie (Gazzetta Ufficiale n. 220 del 20 settembre 1994), gli inceneritori sono già da tempo considerati «INDUSTRIE INSALUBRI DI PRIMA CLASSE».

Va detto che gli inceneritori possono vivere solo grazie alla “truffa” dei certificati CIP 6, cioè da quando – anni fa – sono stati equiparati alle energie rinnovabili (solare, eolica ecc.) e pertanto prendono dei contributi non dovuti, contributi che noi tutti paghiamo con le nostre bollette dell’ENEL!

Gli inceneritori sono inquinanti, antieconomici, inutili: ciò che serve, lo si è già detto, è la raccolta differenziata. E la frazione residua non riciclabile non deve essere bruciata, ma passata per tecnologie a freddo come l’MBT (trattamento meccanico biologico).

Nonostante tutto ciò, è in progetto la costruzione dell’inceneritore di S. Maria La Fossa. Ed è altresí previsto che l’inceneritore di Acerra (il piú grande d’Europa), già costruito, entri in funzione – malgrado le proteste della cittadinanza – entro il 31 ottobre.


CHE COSA FARE NELLE NOSTRE CITTÀ?

Il problema cittadino deve essere innanzitutto letto entro il quadro del disastro DELL’INTERA REGIONE, cioè l’idea motrice deve essere quella di concorrere all’alleggerimento della situazione campana.

È in tal senso che occorre impegnarsi per il pieno successo della raccolta differenziata porta a porta. A Capua c’è poi da capire che cosa il Comune intenda fare in merito ai siti inquinati del Frascale e dell’ex zuccherificio.

Ma la cosa piú importante è avversare la costruzione dell’inceneritore di Santa Maria La Fossa.

Le redini di tale costruzione, inizialmente affidate alla FIBE, sono ora in mano al Commissariato stesso. Il sito scelto in origine era nel territorio di Battipaglia, ed è stato delocalizzato nel 2001 a Santa Maria La Fossa con decisione unilaterale da parte del Commissariato: le ordinanze non sono state trasmesse né al Comune, né alla Provincia, neanche per presa visione.

Il motivo ufficiale della delocalizzazione da Battipaglia è stata la VOCAZIONE AGRICOLA delle sue terre, per la tutela degli ALLEVAMENTI BUFALINI e della mozzarella (esiste infatti un D.L. del 18 maggio 2001 che impedisce di costruire termovalorizzatori in zone agricole caratterizzate da qualità e tipicità dei prodotti). Ma a Santa Maria La Fossa, territorio che presenta le stesse caratteristiche (tranne che la rete viaria è insufficiente al traffico normale; figurarsi quello dei camion mondezzai), la produzione di mozzarella è dieci volte superiore! Eppure nella VALUTAZIONE DI COMPATIBILITÀ AMBIENTALE non si parla per nulla di bufale, come se a Santa Maria La Fossa non esistessero.

Nella suddetta valutazione di compatibilità, inoltre, MANCA UNA QUALSIASI ANALISI DELLO STATO ATTUALE DELL’INQUINAMENTO DI QUESTE ZONE. Ma si pensi solo (per non aprire nuovi capitoli sulle emissioni industriali ecc.) alla miriade di discariche e microdiscariche illegali, o alla discarica di Parco Saurino, legale ma gestita illegalmente (con perdite di percolato nei campi coltivati!)…

Ci si può essere svegliati tardi, perché prima non si sapeva; ma ora che si sa tutto questo, non è possibile tacere, se vogliamo vivere.


Capua, 23 giugno 2007

COMITATO CAPUANO ALLARME RIFIUTI
& CIRCOLO ARCI “OLTRE IL MURO”


Chi ha a cuore questa terra contatti per adesioni, segnalazioni
e informazioni l’indirizzo emerifiuti.capua spirale libero.it*



* Sostituire « spirale » con «@».

Edited by Hamlet da Hamelin - 15/7/2007, 03:47
 
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Nel pomeriggio-sera di sabato 14 luglio 2007
si è tenuto a Santa Maria La Fossa, in piazza Europa,
uno stand del circolo Arci "Oltre il muro"
e del Comitato Capuano Allarme Rifiuti,
tra volantini, discorsi documentarii e dialoghi al microfono,
per diffondere e raccogliere informazioni
sul caso del progettato inceneritore
e in generale sull'emergenza rifiuti delle nostre zone.


Edited by Hamlet da Hamelin - 16/7/2007, 03:55
 
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Da www.videocomunicazioni.com:


Pecoraro Scanio: via libera
al secondo termovalorizzatore


Arriva a pochi mesi dall’avvio dell’impianto di Acerra il parere positivo del ministero dell’Ambiente per la costruzione del secondo termovalorizzatore regionale. I tecnici del ministero però, nel parere per la valutazione dell’impatto ambientale, hanno posto come prima e più importante condizione la salvaguardia della salute pubblica dei cittadini. Con molta probabilità il nuovo termovalorizzatore sorgerà a Santa Maria la Fossa e sarà attivo non prima del 2012. Parere positivo dunque ma anche rigoroso. Secondo i tecnici infatti è indispensabile che l’impianto rispetti la qualità dell’aria e che quindi venga costruito con tecnologie e materiali adeguati. Secondo indiscrezioni delle ultime ore però il nuovo impianto potrebbe sorgere a Villa Literno, dove ci sarebbe maggiore disponibilità. In ogni caso per la prima volta il piano del ministero retto da Pecoraro Scanio non si distanzia di molto da quello stilato dal commissario per l’emergenza rifiuti. Il problema potrà essere definitivamente risolto solo avviando il termovalorizzatore di Acerra, iniziando i lavori per quello di Santa Maria la Fossa o Villa Literno, progettandone un terzo, forse nel salernitano, aprendo almeno una discarica in ogni provincia, rimettendo a norma i sette impianti cdr regionali e soprattutto portando la raccolta differenziata a percentuali almeno vicine a quelle delle altre regioni. Lo stesso piano per i rifiuti è stato inoltre al centro del dibattito, in programma stamattina in regione, tra l’assessore Nocera, il presidente della commissione ambiente Ragosta e altri rappresentanti delle istituzioni.
 
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Che sia a Santa Maria La Fossa o a Villa
Literno,

non s'à da accender mai questa favilla
d'inferno.
 
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Comunicato stampa
2 agosto 2007


Noi, membri del Comitato Capuano Allarme Rifiuti e del Circolo Arci di Capua “Oltre il Muro”, contestiamo fortemente il parere positivo rilasciato dal Ministro dell’ambiente Pecoraro Scanio, il 27 luglio u.s., alla costruzione dell’inceneritore di Santa Maria La Fossa.

Ci dichiariamo scettici nei confronti delle condizioni pur imposte dal Ministero come necessarie – ed espresse nelle “quaranta prescrizioni” quali che siano – quando, in primo luogo, il Ministro non manca per altri versi di sottolineare la sua contrarietà di principio all’incenerimento, e si mostra propenso – anche se debolmente – alla discussione su tecnologie alternative e più avanzate, come i trattamenti a freddo; e quando, secondariamente, si continua a tacere che la causa della delocalizzazione del progetto primitivo dal territorio di Battipaglia, nell’estate del 2001, fu il riconoscimento del rispetto dovuto a quel territorio in quanto destinato ad allevamento bufalino e a produzione pregiata di mozzarella, mentre non si riconosce contemporaneamente – come non fu né riconosciuto, né tanto meno considerato nella valutazione di compatibilità ambientale del 2001 – che il territorio del basso Volturno non è da meno; e che versa già, a onta di questo, in una grave condizione di degrado ambientale, a causa della massiccia presenza di discariche abusive, o autorizzate ma irresponsabilmente gestite.

Chiediamo alle amministrazioni del Comune interessato e di quelli limitrofi (Grazzanise, Capua, Casal di Principe) di mostrare finalmente e univocamente la loro posizione a riguardo: siamo stanchi di leggere dichiarazioni con cui il sindaco di Santa Maria La Fossa ribadisce la sua estraneità a un progetto cui pure diede, originariamente, il suo nulla osta.

Speriamo di unirci quanto prima ai comitati civici già all’opera nel territorio, per creare una rete di fruttuosa cooperazione e discutere delle alternative all’incenerimento, non mancando – rispetto all’eventualità di un dissociatore molecolare – alcune perplessità di non poco conto.
 
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Da http://espresso.repubblica.it/dettaglio-lo...verno/1898167/6, 5 dicembre 2007:

Perde quota il secondo inceneritore di Santa Maria La Fossa, dove [la] Fibe ha da tempo dei suoli. Il ministro dell´Ambiente guarda con favore a Salerno, che ha già pronti o in progetto altri anelli della filiera: isola ecologica, trasferenza e compostaggio. «Eviterei un altro inceneritore. Con il ministro all´innovazione Nicolais da aprile è stato prospettato un ventaglio di soluzioni, dall´impianto a freddo ad altri. Benevento punta su un dissociatore molecolare. A Salerno, come a Benevento, potrebbe finalmente realizzarsi tutta la tecnologia e la modernità di questo settore, che...». La pausa lo riporta alla realtà. Quei 14 anni di irrisolta emergenza rifiuti.
 
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APPELLO PER FERRANDELLE

Il vasto territorio a Sud di Santa Maria La Fossa non sta a cuore a nessuno.

«Il Mattino» di oggi racconta che Giovanni, fattore della tenuta Ferrandelle, su cui aveva vissuto e lavorato fin dall’infanzia, morì di dolore dopo che il Boss Francesco Schiavone detto Sandokan gliela ebbe estorta per quattro soldi nel 1989. Se è andata così, conosciamo la data di morte della cultura contadina nell’antica Terra Cantie, la porzione sud-occidentale dell’agro capuano. Da allora, in questa zona, nell’area di due chilometri quadrati che comprende Ferrandelle sono state create due discariche da tre milioni di metri cubi, un deposito di “ecoballe” e tre “siti-di-trasferenza”; una delle due discariche, “Parco Saurino”, è stata sequestrata perché inquinante. Nella stessa zona, puntellata tra l’altro da piccole e non censite discariche abusive in buona parte date alle fiamme, è stata da anni individuata l’area dove sarà costruito il secondo inceneritore campano. Ieri, è stato deciso che proprio Ferrandelle, confiscata a Sandokan nel 1998, ospitera 360.000 tonnellate di immondizia.

I fossatari, i casalesi, i capuani abitano tutti ad alcuni chilometri da qui, al riparo dal cattivo odore, e di questa campagna si sono dimenticati, nonostante sia una delle poche campagne campane che a questa latitudine abbiano conservato unità, visibilità. Ma sono secoli che i capuani hanno perso il rapporto con questa campagna, ed è ben più tragico che se ne siano dimenticati i cittadini di Casal di Principe e Santa Maria La Fossa, centri dall’antica e mai interrotta vocazione agricola e casearia. Deve essere avvenuto qualcosa di terribile se proprio la camorra un tempo agricola di questa terra sia stata la più importante organizzatrice di quell’ecomafia che più di ogni altra guerra ha ferito questa regione e avvelenato i suoi frutti, ma non meno grave è che la gran parte dei cittadini onesti abbia perso qualsiasi rapporto con la propria terra, al punto che essa può essere vittima di scelte scriteriate senza essere in alcun modo difesa.

È una scelta scriteriata quella di istallare impianti di discarica nelle aree fertili, che siano o meno densamente popolate. In Irpinia esistono siti periferici, argillosi, non coltivati, individuati fin dal febbraio del 2007 da uno studio presentato al Commissariato dal Professor De Medici, geologo della Federico II e membro del Comitato scientifico delle Assise di Napoli e del Mezzogiorno d’Italia, che allestibili in pochi giorni potrebbero ospitare tutta l’immondizia della regione in questa fase critica, in modo da liberare gli impianti CDR e dare la possibilità di allestire un ciclo virtuoso dei rifiuti, finalizzato alla riduzione, al riuso e al riciclo (questo si dovrebbe imporre immediatamente in regime d’emergenza: un’alta percentuale di raccolta differenziata). Perché il Commissario De Gennaro ha ignorato questa alternativa e ha deciso di colpire ancora e sempre le stesse zone, le più fertili?

Sono tranquilli i cittadini di Santa Maria La Fossa di come procederanno i lavori di allestimento della discarica di Ferrandelle? Sappiamo che impianti “legali” come Parco Saurino, Lo Uttaro, Contrada Pisani sono stati responsabili di gravi inquinamenti, ed abbiamo capito che le scelte del Commissariato non presuppongono pareri tecnici rigorosi e disinteressati. Sarà stato contattato un agronomo onesto? A che profondità è la falda acquifera sotto Ferrandelle? Cosa c’entra che sia un terreno per due terzi di proprietà del Ministero della Difesa? Una falda inquinata da metalli pesanti rovina tutta l’agricoltura circostante! Come mai i cittadini dell’agro non se ne preoccupano e non tentano almeno – casomai si sentissero troppo deboli per opporsi e fermare una decisione evitabile nonostante l’emergenza – di ottenere delle garanzie?

E così un’area confiscata dieci anni fa alla malavita, da restituire finalmente alla comunità agricola, così come lavorava per fare Agrorinasce, verrà alienata per sempre.

Il Comitato Capuano Allarme Rifiuti
Capua, 22 gennaio 2008
[email protected]

 
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LO SCANDALO RIFIUTI E LA PIANA DEL VOLTURNO


La Pianura del Volturno deve rimanere Terra di Lavoro in una Campania Felix.

La Pianura del fiume Volturno rappresenta una parte significativa della terra fertilissima, ricca di acqua, che fin dall’antichità è stata chiamata Campania Felix.

La sinergia tra evoluzione geologica, risorse ambientali e professionalità degli agricoltori consente di definire l’area un vero monumento ambientale, irriproducibile e di importanza strategica per la produzione agro-alimentare e per l’assetto socio-economico della Regione Campania: oggi e nel futuro.

La Pianura del Volturno rappresenta uno dei “salotti buoni” dell’agricoltura del Mezzogiorno d’Italia; come tale va valorizzata e tutelata e preservata anche per le generazioni future.

Venendo meno al buon senso, agli impegni già assunti per il recupero ambientale e il rilancio economico dell’area compresa nel Comune di Santa Maria la Fossa denominata Ferrandelle, questa parte della Pianura è stata individuata, dal Commissario Governativo, di importanza strategica per “salvare la Campania” dai rifiuti. Come? Trasformandola definitivamente in una pattumiera.

Come si sa, una nota “famiglia casertana” si è impossessata tempo fa della terra di Ferrandelle sottraendola all’agricoltura e iniziando la sua conversione in discarica. Il sequestro dell’azienda, da parte della Magistratura, aveva avviato il ritorno a “Terra di Lavoro” del fertilissimo territorio. L’azione del Commissario Governativo rappresenta un inspiegabile ritorno sulla via del degrado e una minaccia seria ed evidente per tutte le attività agricole praticate nell’area circostante.

La “famiglia” aveva avuto l’intuizione malsana e aveva iniziato a tracciare il solco, la magistratura aveva sradicato l’erba infestante che aveva cominciato a crescere, il Commissario Straordinario per l’Emergenza Rifiuti in Campania vi risemina l’erbaccia destinando alla distruzione i terreni più fertili del mondo.

Va sottolineato che le caratteristiche geoambientali dell’area individuata dal Commissario Straordinario per accumularvi rifiuti inquinanti, nel Comune di Santa Maria la Fossa, evidenziano palesemente che l’area non è idonea per la realizzazione di una discarica definitiva o di stoccaggio provvisorio.

L’area è intensamente coltivata con attività specializzate e di pregio che sarebbero irreversibilmente danneggiate dall’irresponsabile accumulo di materiali inquinanti nelle vicinanze. La falda estremamente superficiale sarebbe facilmente inquinata e gli inquinanti sarebbero dispersi verso valle andando ad interessare numerose aziende agricole. I sedimenti presenti nel sottosuolo sono notoriamente soggetti a costipazioni differenziate che provocherebbero irreparabili rotture nel materiale impermeabile sistemato alla base delle sostanze inquinanti. Si aggiunga che i teli usati per l’impermeabilizzazione sono garantiti per un periodo inferiore a 20 anni.

È stato evidenziato da ricerche svolte dal Prof. Favaretti dell’Università di Padova che il percolato interagisce con i minerali argillosi presenti nello strato argilloso da realizzare alla base del telo, modificandone la struttura e rendendo permeabile l’originario strato argilloso; ne consegue che dopo un periodo compreso tra 10 e 20 anni i rifiuti inquinanti non sarebbero più isolati dal substrato e inquinerebbero la sottostante falda. I metalli pesanti presenti nei rifiuti, come è noto, non decadono con il tempo e conservano tutto il loro micidiale potere inquinante per molti millenni.

Da quanto sopra descritto si evince che persone dotate di normale buon senso sono in grado di comprendere che l’area in esame è palesemente e assolutamente non idonea per la realizzazione di un accumulo di materiali inquinanti.

Per togliere la spazzatura dalle strade, accumulatasi per colpa dell’incapacità delle strutture commissariali, non si può rovinare il salotto buono dell’agricoltura regionale.

Perché i rappresentanti delle istituzioni sovracomunali non intervengono in difesa delle risorse ambientali strategiche e irriproducibili fornendo valide e realizzabili soluzioni per smantellare definitivamente lo “scandalo rifiuti”? Tacendo, come hanno fatto finora assistendo passivamente alle inefficaci e molto costose azioni commissariali, che con il placet dei vari Consigli dei Ministri hanno fatto scivolare verso il degrado ambientale e socio-economico la Campania, continuano a manifestare la loro incapacità di governare, sudditanza e complicità. Tale comportamento fa dilagare sempre di più, nei cittadini, la Sindrome di BISB (Basta con gli Incapaci, le Sanguisughe e i Bugiardi).

La crisi ambientale e socio-economica continuerà ad aggravarsi. I cittadini della Campania non possono tollerare un governo “governato da altri” che assiste inerme alla distruzione dell’immagine e delle attività economiche della regione. A proposito, lo sfascio ambientale ed economico della Campania, a vantaggio di chi si sta verificando?

Prof. Franco Ortolani
Ordinario di Geologia
Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio,
Università di Napoli Federico II



Edited by Hamlet da Hamelin - 31/1/2008, 05:00
 
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IL DOVERE DI ESSERE SOLIDALI
CON I CITTADINI DI SANTA MARIA LA FOSSA

Il «Mattino» di oggi racconta del blocco creato ieri dai cittadini di Santa Maria La Fossa sulla statale Appia a Capua come protesta contro il progetto di apertura di una discarica nella tenuta Ferrandelle, nel loro comune. I fossatari avrebbero inoltre, secondo il cronista, mostrato risentimento nei confronti della mancata solidarietà dei capuani, e di sottile astio nei nostri confronti ce n’è davvero: si è avuto modo di percepirlo nella giornata di oggi lì, al presidio di Ferrandelle, lungo la via Vaticale, a 5 chilometri e mezzo a Sud-Ovest di Capua, verso Casale.

È uno stimolo importante questo richiamo ai capuani all’attenzione, prima ancora che all’azione. È un richiamo alle responsabilità che un cittadino capuano dovrebbe sentire in quanto abitante di un centro “maggiore”, che per storia e funzione si configura a diritto e a dovere come punto di riferimento: nel quadro dei rapporti funzionali di questo territorio Capua è la città dei licei, dell’università, e di una storia che l’ha vista per secoli caricata delle responsabilità che ad una signoria conseguono.

Ma le responsabilità dei cittadini capuani sono effettive anche – anzi, soprattutto – per il semplice fatto che ogni abitante di città, anche quando non agricoltore, deve sentirsi responsabile nei confronti della campagna, perché è in rapporto organico con essa che ogni città vive. Il nostro cattivo costume di buttar via tutto e tutto insieme – che mai nessuna nostra amministrazione si è impegnata con perseveranza a rimuovere – rende necessarie le discariche, pericolosi bio-sistemi che sottraggono terra all’agricoltura e la minacciano.

Non c’è nessun capuano che voglia capire, andare fin lì per vedere coi propri occhi dov’è che finisce gran parte della nostra spazzatura (in dieci anni, gli stessi due chilometri quadrati che comprendono la tenuta di Ferrandelle hanno visto concentrarsi già 3 discariche per un totale di 9 milioni di tonnellate, 1 deposito di 95.000 tonnellate di ecoballe e 3 siti di trasferenza provvisoria ma da mesi oramai stabile) e capire perché dei cittadini si oppongano alla scelta di adibire definitivamente un terreno – confiscato alla camorra nel 1998 e che ora sarebbe finalmente da restituire alla comunità agricola – a discarica?

Il Comitato Capuano Allarme Rifiuti
Capua, 2 febbraio 2008

 
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APPELLO PER FERRANDELLE
AL COMMISSARIO
PER L’EMERGENZA RIFIUTI IN CAMPANIA
DOTT. GIOVANNI DE GENNARO


L’apertura al dialogo con i cittadini e le istituzioni locali in merito al progetto del sito di stoccaggio in località Ferrandelle a Santa Maria La Fossa è un’opportunità che lo Stato che lei rappresenta dovrà augurabilmente avere cura di gestire nel migliore dei modi. È un’opportunità preziosissima – in terre nelle quali l’unico potere capace di autolegittimarsi resta ancora, che se ne abbia consapevolezza o meno, quello camorristico – di riproporre lo Stato come unico, autentico garante di diritti riconosciuti all’uomo in quanto tale e non perché abbia accettato di offrire in cambio la propria sottomissione economica e morale.

«I camorristi stanno alla Regione, i piccoli; quelli grandi stanno a Roma» – «Ma quale delinquenti, il vero delinquente è lo Stato!», sono gli adagio che a chi visiti il presidio può capitare di sentire, ripetuti in buona o cattiva fede, per disperazione e antica diffidenza, per prudenza; ripetuti, quel che è peggio, anche in presenza di telecamere o giornalisti, con il rischio di restituire, di un presidio animato in verità da una volontà positiva di riscossa comunitaria, un’immagine deteriore di popolo estraneo al resto della Nazione. Eppure noi non dimentichiamo che, nonostante gli enti locali siano stati responsabili del mancato controllo del territorio che ha permesso ai clan di impadronirsi dell’affare del trasporto e dello smaltimento dei rifiuti urbani e tossici, è pur sempre possibile richiamare lo Stato alle sue responsabilità di tutore dei diritti, perché lo Stato italiano è espressione di una Repubblica fondata su una Costituzione che si esprime molto chiaramente, tra le altre cose, in merito al dovere di tutelare la salute dei cittadini, mentre la camorra è per natura ciò che uno Stato di diritto potrebbe diventare solo venendo meno a tutto ciò che gli dà senso. Ebbene questo è ciò che lo Stato deve rendere evidente con il suo comportamento.

Il terreno individuato dal Commissariato da lei diretto, come saprà, è stato confiscato al più potente Boss di Casal di Principe, Francesco “Sandokan” Schiavone, nel 1998. Quanto sarebbe importante restituirlo all’agricoltura per un’economia legale piuttosto che alienarlo per sempre! Un terreno compreso tra l’altro in un’area prettamente agricola: terra di foraggio, bufale e frutteti, ma dove in soli due chilometri quadrati, in quattordici anni, sono sorte tre discariche da tre milioni di metri cubi ciascuna, un deposito di ecoballe e tre siti di trasferenza provvisoria, senza contare le innumerevoli discariche abusive di cui in molti casi non resta che cenere sui cigli delle strade poderali.

Ci auguriamo che lo Stato non lasci che la gente pensi che, in nome di un’emergenza della cui mancata risoluzione esso è peraltro responsabile, si sia pronti a dare un ulteriore colpo ad una delle campagne più fertili d’Italia. Occorrerebbe piuttosto individuare un unico grande sito idoneo sotto l’aspetto geomorfologico ed agronomico, ciò che secondo alcuni, tra cui il geologo Giovan Battista De’ Medici, professore all’Università di Napoli “Federico II”, è possibile in aree periferiche dell’Irpinia, in modo da liberare strade ed impianti CDR, ridisporre questi ultimi al trattamento della frazione organica ed avviare nei tempi più ristretti la raccolta differenziata in ogni comune.

IL COMITATO CAPUANO ALLARME RIFIUTI
Capua, 4 febbraio 2008

 
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view post Posted on 8/2/2008, 01:35
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Foto dal presidio di Ferrandelle (Giulio Finotti).

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Edited by Hamlet da Hamelin - 8/2/2008, 02:16
 
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CITAZIONE (Hamlet da Hamelin @ 25/1/2008, 03:24)
E così un’area [...] da restituire finalmente alla comunità agricola [...] verrà alienata per sempre.

 
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Da Anno Zero del 21 febbraio 2008:

 
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view post Posted on 15/4/2008, 03:58
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SANTA MARIA LA FOSSA:
“A FERRANDELLE DISASTRO AMBIENTALE”
LO HA DENUNCIATO IL SINDACO ABBATE
ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA
E OGGI IN UNA AFFOLLATA CONFERENZA-STAMPA

< Affollata conferenza-stampa a mezzogiorno di oggi, 11 aprile 2008, presso il palazzo municipale di Santa Maria la Fossa. Il sindaco, Bartolomeo Abbate –in compagnia dell’assessore all’ambiente, Franco Cepparulo, e del consigliere comunale-medico Antonio Papa (componente dell’Unità di crisi costituita dall’Amministrazione comunale)- ha convocato i giornalisti della carta stampata e di varie emittenti televisive per fare il punto sulla grave situazione venutasi a determinare a Ferrandelle e che lo ha spinto a presentare, mercoledì 9 aprile, una denuncia-querela al Procuratore della Repubblica c/o il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Destinatari dell’atto firmato dal primo cittadino fossataro “tutti i responsabili del disastro ambientale che si sta perpetrando in questi giorni sul noto sito di stoccaggio di rifiuti in località Ferrandelle”. Abbate, tra l’altro, ha fatto rilevare che “anche attraverso indagini scientifiche operate dal geologo dott. Lucio Girardi e dal tecnico comunale ing. Felice Zippo” è emerso purtroppo che “sul sito di Ferrandelle si sta operando in violazione delle norme igienico-sanitarie poste a tutela della salute”. Ha poi aggiunto: “Lungo il perimetro delle piazzole di stoccaggio, che recano evidenti lesioni per il carico eccessivo di rifiuti” si osserva “la fuoriuscita di percolato proveniente dal sottosuolo” e che invade “il nudo terreno e va ad infiltrarsi nelle falde idriche che sono collocate a non più di qualche metro dal suolo”. Dunque, secondo il sindaco, Ferrandelle non è affatto un sito di stoccaggio, ma “semplicemente una discarica mal tenuta e mal gestita”. Di qui la richiesta al Procuratore di “voler sottoporre a sequestro l’area interessata, identificare ed accertare di chi sono le responsabilità dei danni ambientali ed economici”. Ovvia l’aggiuntiva richiesta di provvedere alla “penale punizione ai sensi di legge” per tutti i reati ravvisabili nei fatti esposti. Il sindaco ha infine comunicato di aver già nominato, come proprio difensore di parte offesa, l’avv Alessandro Diana del Foro di Santa Maria Capua Vetere >.

Raffaele Raimondo
 
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view post Posted on 6/5/2008, 22:54
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Riceviamo e riportiamo l'appello del Comitato per la tutela del territorio del Basso Volturno:


COMITATO PER LA TUTELA DEL TERRITORIO DEL BASSO VOLTURNO

A TUTTI I CITTADINI


“NON ABBANDONIAMO LA SPERANZA”

LA BONIFICA DI FERRANDELLE NON E’ UN UTOPIA ,
SABATO 10 / 05 / 2008 h 9:30 SOSTENIAMO LE NOSTRE RAGIONI A GRAN VOCE , DIAMO LA POSSIBILITA’ AI NOSTRI FIGLI DI VIVERE IN UN MONDO MIGLIORE……….

ABBIAMO BISOGNO ANCHE DI TE……………!!!!!!

La situazione al sito di Ferrandelle peggiora di giorno in giorno , ormai per far fronte all'interminabile emergenza rifiuti in campania al suddetto sito ( l'unico a dover accogliere i rifiuti di Napoli Caserta e province ) vengono sversati rifiuti di ogni genere......lavatrici , materassi , divani , fusti d’olio , rottami di vetture , pneumatici ecc.,e non solo gli RSU così come previsto ( andando contro ogni legalità ) le piazzole dove vengono abbancati i rifiuti ( che arrivano ad un altezza di 14 /15 metri ) hanno avuto un cedimento strutturale causato dall’enorme peso dei rifiuti stessi , con conseguente fuoriuscita di percolato che ha invaso le falde acquifere , che si trovano a pochi metri di profondità inquinando tutta la zona circostante e non solo.

E’ UN DISASTRO AMBIENTALE A TUTTI GLI EFFETTI ...E’ PIU’ DI UN MESE CHE SI PROTRAE TALE SCEMPIO , MA PER RAGIONI CHE NON CI E’ DATO COMPRENDERE SI CERCA DI MASCHERARE CON OGNI MEZZO LA DURA REALTA’!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Noi del comitato per la tutela del territorio del Basso Volturno lotteremo usando ogni risorsa disponibile per evitare che si continui a danneggiare un territorio già fortemente provato ( si pensi che in questa zona nell’area di un Km2 oltre che Ferrandelle sono state create due discariche da tre milioni di metri cubi , un deposito di ecoballe e tre siti di trasferenza , la stessa zona è invasa tra l’altro da piccole discariche abusive in buona parte date alle fiamme )….insomma un’area abbandonata al degrado totale !!!
Per questo il giorno 10 / 05 / 2008 il comitato ha organizzato una Mega Manifestazione “PACIFICA” a S.Maria la Fossa (CE) PARTENDO DA PIAZZA EUROPA ALLE h 9:30,
di protesta alla quale parteciperanno tutti i sindaci dei comuni limitrofi figure istituzionali e comitati civici uniti da una sola voce :
“ LA CHIUSURA DEFINITIVA CON CONSEGUENTE BONIFICA DEL SITO DI FERRANDELLE ” .

IL COMITATO

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