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Posts written by Hamlet da Hamelin

view post Posted: 24/7/2008, 23:21 RIFIUTI: LA SITUAZIONE IN CAMPANIA - (III) Campania
L'emergenza è finita? o è finita la democrazia?

view post Posted: 24/7/2008, 19:59 Acerra - (III) Campania
Riceviamo e giriamo una lettera di padre Alex Zanotelli.


Carissimi,
è con la rabbia in corpo che vi scrivo questa lettera dai bassi di Napoli,dal Rione Sanità nel cuore di quest'estate infuocata. La mia è una rabbia lacerante perché oggi la Menzogna è diventata la Verità. Il mio lamento è così ben espresso da un credente ebreo nel Salmo 12: " Solo falsità l'uno all'altro si dicono:bocche piene di menzogna,tutti a nascondere ciò che tramano in cuore. Come rettili strisciano, e i più vili emergono,è al colmo la feccia."

Quando, dopo Korogocho, ho scelto di vivere a Napoli , non avrei mai pensato che mi sarei trovato a vivere le stesse lotte. Sono passato dalla discarica di Nairobi, a fianco della baraccopoli di Korogocho alle lotte di Napoli contro le discariche e gli inceneritori.

Sono convinto che Napoli è solo la punta dell'iceberg di un problema che ci sommerge tutti.Infatti, se a questo mondo,gli oltre sei miliardi di esseri umani vivessero come viviamo noi ricchi (l'11% del mondo consuma l'88% delle risorse del pianeta!) avremmo bisogno di altri quattro pianeti come risorse e di altro quattro come discariche ove buttare i nostri rifiuti. I poveri di Korogocho, che vivono sulla discarica, mi hanno insegnato a riciclare tutto, a riusare tutto, a riparare tutto, a rivendere tutto, ma soprattutto a vivere con sobrietà.

E' stata una grande lezione che mi aiuta oggi a leggere la situazione dei rifiuti a Napoli e in Campania, regione ridotta da vent'anni a sversatoio nazionale dei rifiuti tossici.Infatti esponenti della camorra in combutta con logge massoniche coperte e politici locali, avevano deciso nel 1989, nel ristorante "La Taverna" di Villaricca", di sversare i rifiuti tossici in Campania.Questo perché diventava sempre più difficile seppellire i nostri rifiuti in Somalia. Migliaia di Tir sono arrivati da ogni parte di Italia carichi di rifiuti tossici e sono stati sepolti dalla camorra nel Triangolo della morte (Acerra-Nola- Marigliano), nelle Terre dei fuochi (Nord di Napoli) e nelle campagne del Casertano. Questi rifiuti tossici "bombardano" oggi, in particolare i neonati, con diossine, nanoparticelle che producono tumori, malformazioni , leucemie.

Il documentario Biutiful Cauntri esprime bene quanto vi racconto. A cui bisogna aggiungere il disastro della politica ormai subordinata ai potentati economici-finanziari.Infatti questa regione è stata gestita dal 1994 da 10 commissari straordinari per i rifiuti,scelti dai vari governi nazionali che si sono succeduti. In 15 anni i commissari straordinari hanno speso oltre due miliardi di euro, per produrre oltre sette milioni di tonnellate di "ecoballe", che di eco non hanno proprio nulla : sono rifiuti tal quale, avvolti in plastica che non si possono nè incenerire, né seppellire perché inquinerebbero le falde acquifere. Buona parte di queste ecoballe,accatastate fuori la città di Giugliano, infestano con il loro percolato quelle splendide campagne denominate "Taverna del re ".

E così siamo giunti al disastro! Oggi la Campania ha raggiunto gli stessi livelli di tumore del Nord-Est, che però ha fabbriche e lavoro.Noi, senza fabbriche e senza lavoro, per i rifiuti siamo condannati alla stessa sorte.

Il nostro non è un disastro ecologico -lo dico con rabbia- ma un crimine ecologico, frutto di decisioni politiche che coprono enormi interessi finanziari. Ne è prova il fatto che Prodi, a governo scaduto, abbia firmato due ordinanze:una che permetteva di bruciare le ecoballe di Giugliano nell'inceneritore di Acerra, l'altra che permetteva di dare il Cip 6 (la bolletta che paghiamo all'Enel per le energie rinnovabili) ai 3 inceneritori della Campania che "trasformano la merda in oro -come dice Guido Viale- Quanto più merda, tanto più oro!".Ulteriore rabbia quando il governo Berlusconi ha firmato il nuovo decreto n. 90 sui rifiuti in Campania. Berlusconi ci impone, con la forza militare, di costruire 10 discariche e quattro inceneritori. Se i 4 inceneritori funzionassero, la Campania dovrebbe importare rifiuti da altrove per farli funzionare.

Da solo l'inceneritore di Acerra potrebbe bruciare 800.000 tonnellate all'anno! E' chiaro allora che non si vuole fare la raccolta differenziata, perché se venisse fatta seriamente (al 70 %), non ci sarebbe bisogno di quegli inceneritori.

E' da 14 anni che non c'è volontà politica di fare la raccolta differenziata. Non sono i napoletani che non la vogliono,ma i politici che la ostacolano perché devono ubbidire ai potentati economici-finanziari promotori degli inceneritori.

E tutto questo ci viene imposto con la forza militare vietando ogni resistenza o dissenso, pena la prigione. Le conseguenze di questo decreto per la Campania sono devastanti. "Se tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge (articolo 3 della Costituzione), i Campani saranno meno uguali, avranno meno dignità sociale-così afferma un recente Appello ai Parlamentari Campani Ciò che è definito "tossico" altrove, anche sulla base normativa comunitaria, in Campania non lo è; ciò che altrove è considerato "pericoloso"qui non lo sarà.

Le regole di tutela ambientale e salvaguardia e controllo sanitario, qui non saranno in vigore. La polizia giudiziaria e la magistratura in tema di repressione di violazioni della normativa sui rifiuti, hanno meno poteri che nel resto d'Italia e i nuovi tribunali speciali per la loro smisurata competenza e novità,non saranno in grado di tutelare, come altrove accade, i diritti dei Campani...

Per questo sono andato con tanta indignazione in corpo all'inceneritore di Acerra, a contestare la conferenza stampa di Berlusconi, organizzata nel cuore del Mostro, come lo chiama la gente. Eravamo pochi, forse un centinaio di persone.

(La gente di Acerra, dopo le botte del 29 agosto 2004 da parte delle forze dell'ordine,è terrorizzata e ha paura di scendere in campo). Abbiamo tentato di dire il nostro no a quanto stava accadendo.

Abbiamo distribuito alla stampa volantini :"Lutto cittadino.La democrazia è morta ad Acerra.Ne danno il triste annuncio il presidente Berlusconi e il sottosegretario Bertolaso."

Nella conferenza stampa (non ci è stato permesso parteciparvi!) Berlusconi ha chiesto scusa alla Fibe per tutto quello che ha "subito" per costruire l'inceneritore ad Acerra! (Ricordo che la Fibe è sotto processo).Uno schiaffo ai giudici! Bertolaso ha annunciato che aveva firmato il giorno prima l'ordinanza con la Fibe perché finisse i lavori! Poi ha nnunciato che avrebbe scelto con trattativa privata, una delle tre o quattro ditte italiane e una straniera,a gestire i rifiuti.

Quella italiana sarà quasi certamente la A2A ( la multiservizi di Brescia e Milano) e quella straniera è la Veolia, la più grande multinazionale dell'acqua e la seconda al mondo per i rifiuti. Sarà quasi certamente Veolia a papparsi il bocconcino e così, dopo i rifiuti, si papperà anche l'acqua di Napoli.Che vergogna! E' la stravittoria dei potentati economici-finanziari, il cui unico scopo è fare soldi in barba a tutti noi che diventiamo le nuove cavie. Sono infatti convinto che la Campania è diventata oggi un ottimo esempio di quello che la Naomi Klein nel suo libro Shock Economy, chiama appunto l'economia di shock!

Lì dove c'è emergenza grave viene permesso ai potentati economico-finanziari di fare cose che non potrebbero fare in circostanze normali.
Se funziona in Campania, lo si ripeterà altrove. (New Orleans dopo Katrina insegna!)...

Non abbandonateci. E' questione di vita o di morte per tutti.

E' con tanta rabbia che ve lo scrivo.

Resistiamo!

Padre Alex Zanotelli,
Napoli, 12 luglio 2008
view post Posted: 24/7/2008, 14:47 Nomine moderatorie - Letteratura forense (per così dire)
Da oggi arsviacordis, in virtù del suo zelo verso questa sede virtuale, regge la moderazione del pacchetto di sezioni Informatica, Telecomunicazioni e mass media, Cinema, Fotografia, Belle arti. :B): Amen!
view post Posted: 20/7/2008, 21:04 Giovanni Insola - Amicarium
Giovanni Insola
Hapax e replicanti


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«Sei racconti e otto poesie a formare un romanzo. In una paradossale formula narrativa, che mescola i generi e sperimenta forme linguistiche, il lettore è accompagnato in un viaggio per immagini e flash-back.
Un viaggio nella vita di ciascuno di noi, attraverso episodi, azioni ed emozioni che tutti conosciamo, in continuo equilibrio tra l'hapax – l'originale, la figura dell'unicità – e i replicanti – tutto ciò ch'è frutto di una copia – .
Un viaggio tragico e comico, letto attraverso la penna ironica dell'autore, con una particolare strizzata d'occhio a Napoli, sua città natale, sino alla più triste delle realtà: ciascuno di noi vive la vita di qualcun altro. Con una possibilità di salvezza: la poesia celata dietro l'alba di ogni mattina.

L'AUTORE
Giovanni Insola, 31 anni, napoletano. Ha compiuto studi letterari e musicali, laureandosi nel 2004 in lettere moderne, con una tesi su Dante e la musica.
Svolge la sua attività lavorativa come professore di italiano.
Questo è il primo libro di narrativa che pubblica».
view post Posted: 11/7/2008, 01:22 RIFIUTI: LA SITUAZIONE IN CAMPANIA - (III) Campania
Puttane a guardia delle discariche della camorra

Da «il manifesto», 6 dicembre 2007:


Così la camorra ricicla i rifiuti
Il business nel triangolo della morte Nola, Acerra, Caserta. E i danni ambientali


Centinaia di fuochi, ogni notte, rischiarano la campagna tra Nola e Acerra. Centinaia di roghi visibili ovunque DA cui is solleva una fitta nebbia nera, e che nessuno spegne. I contadini dopo aver pulito I campi bruciano sterpaglia? Per capire basta avvicinarsi. Seguire la linea del fumo tra I viottoli di campagna non è difficile. Il suolo sterrato è compatto grazie al peso delle decine di camion che passano ogni giorno. E la Colonna nera generata dalla combustione è visibile ovunque, anche nelle notti più scure. Una Volta arrivati sul luogo, però, la sorpresa: là dove ci is aspetterebbe frasche o rifiuti gettati alle fiamme, ci is imbatte in balle di vestiti colorati divorati con voracità sorprendente. Fuochi fatui fatti di pezza che, come in accelerazione, riducono tutto in polvere nel giro di qualche istante.

Sei miliardi di Euro
«La maggior parte dei roghi - spiega Alessandro Iacuelli, giornalista e autore di Le vie infinite dei rifiuti - non ha niente a che vedere con la crisi delle discariche. Non si tratta di immondizia lasciata là, che per esasperazione qualcuno decide di eliminare. Quei fuochi fanno parte di un enorme business per lo smaltimento di sostanze tossiche». Paradossalmente, Le montagne di spazzatura ordinaria che invadono Le città campane, gli accatastamenti maleodoranti su cui scorrazzano topi e si avventano uccelli, sono soltanto la punta dell'iceberg dell'emergenza. Poiché la maggior parte delle attività illecite, I reati più gravi per IL territorio, derivano dallo smaltimento illegale di rifiuti industriali. A fronte degli 800 milioni di Euro guadagnati ogni anno approfittando Della paralisi di inceneritori e discariche, infatti, IL giro d'affari che coinvolge sostanze IL più delle volte pericolosissime raggiunge 6 miliardi di Euro. Una cifra DA capogiro. «Il punto - spiega Maria Cristina Ribera, magistrato incaricato di ecomafia alla procura di Napoli - è che I costi di smaltimento sono troppo alti. Gli imprenditori del nord, così, invece di pagare società autorizzate, is rivolgono alla camorra che per quattro soldi versa I materiali nel terreno senza alcun controllo, arricchendosi con un business inesauribile, poiché necessario al nostro sistema industriale».
I metodi sono tanti: I rifiuti solidi, polveri, metalli pesanti, amianto o scarti di fonderia vengono gettati in migliaia di piccole discariche abusive nelle campagne, in case abbandonate o sotto I ponti; I liquidi vengono immessi nelle fognature, distribuiti sui terreni, oppure sotterrati in grandi barili che lasceranno disperdere IL proprio contenuto nella terra fino a pregiudicare falde, campi e raccolti; quanto agli infiammabili, vengono gettati su cumuli di stracci o di pneumatici per evitare l'esplosione e per essere consumati dalle centinaia di falò che illuminano la notte. In alcune discariche, poi, Le sostanze tossiche vengono mischiate AI rifiuti, come è successo a Lo Uttaro, dove idrocarburi, manganese e floruri sono penetrati nel terreno, inquinando Le falde acquifere. Conseguenze documentate DA un'indagine Della magistratura che IL 20 novembre scorso ha portato alla chiusura del sito e al rinvio a giudizio di dodici persone con accuse che vanno DA «disastro ecologico» a «falso ideologico». Ma ci sono addirittura casi in cui Le sostanze tossiche vengono spacciate per fertilizzanti e commercializzate a uso dei contadini. La denuncia più recente, quella di uno scaricatore di Nola rifiutatosi di trasportare un carico di concime. Qualcuno lo aveva avvertito: era misto a polvere di amianto.

Prostitute, schiave tuttofare
«Nella regione compresa tra Acerra, Nola e Caserta - afferma Iacuelli - nella zona che nel 2004 la rivista Americana The Lancet Oncology qualificò come "triangolo Della morte", I clan controllano militarmente un vastissimo territorio, ridotto ormai ad una discarica a cielo aperto». La camorra segue sempre lo stesso principio: ottimizzazione dei guadagni e utilizzo totale delle risorse, fino a esaurimento. Anche di quelle umane. «Visto l'elevato transito di camion - continua IL giornalista - qualcuno intuì che la zona era ideale per lo sfruttamento Della prostituzione». Dopo un accordo con la Mafia nigeriana, così, migliaia di giovani sono state sistemate ad ogni incrocio, perché I camionisti restituiscano parte dello stipendio AI clan per cui lavorano. Schiave che sono anche sentinelle pronte a dare un colpo di telefono nel caso la polizia is trovi a passare.
Il risultato è sordido e non privo di risvolti paradossali. Anche quando qualcuno is serve di loro, queste donne non possono allontanarsi dall'incrocio che controllano e vengono usate vicino alla strada - coperte appena dall'ombra di un cespuglio - con l'occhio sempre attento a quello che succede intorno. Senza imbarazzo DA parte del cliente, che NE approfitta malgrado IL via vai delle auto. Ognuna di esse, poi, dovendo proteggere una discarica, NE dichiara la presenza: basta imboccare una delle strade sterrate che partono dal punto che controllano, infatti, per incappare su un mucchio di rifiuti, amianto, detriti ma anche pneumatici accatastati o balle di vestiti pronte per essere sciolte sotto IL peso di infiammabili tossici. «Nei dintorni di Acerra - spiega Iacuelli - Le prostitute dichiarano la presenza militare dei clan. Una spartizione del territorio visibile anche DA alcuni oggetti che ricorrono nelle discariche». In alcune zone è una poltrona. In altre un frigo o un altro elettrodomestico.

Un paesaggio cifrato

La tipologia del rifiuto indica il gruppo che controlla la discarica. Quando è in piedi significa che si può scaricare, non c'è pericolo. Se è reclinato, invece, non è il momento. Una volta accessibile la simbologia, il paesaggio si rivela come un testo cifrato che offre i meccanismi di un mostruoso depredamento. Nei pressi di Caivano, una prostituta davanti a un casolare in rovina fa da sentinella all'ingresso di una strada di campagna. Più avanti, si incontra una pira di pneumatici su cui è stata posta un'auto che aspetta di essere sfigurata. Proseguendo, la strada diventa uno spiazzo con rifiuti. Qui, un frigo steso a terra indica che non si può scaricare. Più avanti, dietro un cespuglio, una buca nel terreno permette di accedere a una botola. Sotto la botola l'imbocco di un grande serbatoio interrato e pieno di liquami. Ancora più avanti, un frigo in piedi annuncia una discarica attiva da cui si levano fiamme e fumi tossici. Proseguendo ancora, si sbuca in via Scotti, strada periferica che inizia con la scuola elementare del paese.
Le rilevazioni dell'Arpac, l'agenzia regionale per l'ambiente, sebbene scarse, sono sufficienti a lanciare l'allarme. Malgrado la regione sia prevalentemente agricola, sostanze cancerogene derivanti da processi industriali sono sparse ovunque, e sono entrate progressivamente nella catena alimentare: sali di ammonio, idrocarburi, materiali radioattivi provenienti da rifiuti speciali ospedalieri, sali di alluminio e piombo, diossina a livelli dieci volte superiori a quelli di Seveso ma anche residui di migliaia di copertoni dati alle fiamme. Tutte sostanze pericolosissime che finiscono nei terreni, nelle falde acquifere, nell'erba, negli animali (bufale e pecore) e - alla fine della catena - nell'organismo degli esseri umani.

Boom di tumori
Il vero problema, accusano le associazioni, è che in mancanza di prospettive di lavoro gli abitanti partecipano attivamente o passivamente alla depredazione del territorio. «L'assenza delle istituzioni - spiega Iacuelli - è indubbia. Pensi che ci sono tre guardie forestali su un territorio immenso e devastato. Ma questo non basta a spiegare tutto. A chiarimento, valga il fatto che la camorra non è una realtà astratta bensì l'intreccio ordinario di favori e interessi. È il contadino che riceve un po' di soldi da qualcuno per versare materiali nella sua piantagione di patate. Il sindaco che ha permesso al cugino di riempire la sua discarica ormai esangue di immondizia». È un sistema di potere alternativo e talvolta consustanziale a quello dello stato che si tiene in piedi grazie a persone concrete. Un sistema generato da una società clanica e familistica che antepone la legge naturale a quella positiva ed è perciò contraddittoria ai concetti di bene collettivo e di cosa pubblica. Qualcosa, però, sta lentamente cambiando. Non perché si stia diffondendo un maggior rispetto per la legalità ma perché, dopo anni di esposizione a queste sostanze, in molti, moltissimi cominciano a morire.
«Stando a dati in nostro possesso, confermati da rilevamenti dell'Oms - afferma Antonio Marfella, tossicologo all'istituto Pascale di Napoli - in queste zone la percentuale di alcuni tumori raggiunge il 30%, oltre il doppio della media nazionale. Nella tragedia - continua - questi tumori sono la nostra unica speranza». Secondo i dati più recenti, infatti, la camorra, vedendo crescere il malcontento della popolazione e timorosa di perdere il controllo del territorio, starebbe utilizzando il porto di Napoli per spedire rifiuti tossici in Africa e in Cina, con una progressiva diminuzione dei reati contro l'ambiente. Un epilogo possibile che in realtà sposterebbe soltanto più in là la frontiera degli abusi necessari al buon rendimento del sistema industriale. «Si rende conto? - ragiona Marfella con amarezza - Se ci salveremo, è perché saranno altri a morire al nostro posto».

Simone Verde
view post Posted: 9/7/2008, 15:33 Marco Palasciano, Il cielo stellato ncopp' 'a munnezza - Marco Palasciano e l'Accademia Palasciania
Da notecologiche.blogspot.com:


Città della Scienza, 25 maggio:
presentazione del libro
di Simona Bassano di Tufillo (Sbadituf)

Stamattina a Città della Scienza, nello spazio Einstein dedicato alla mostra 4R / per saperne di più, è stato presentato il libro a fumetti di Simona Bassano di Tufillo (Sbadituf), dal titolo Star Trash - Sacchetti in mondovisione, edito da Lavieri.

Un incontro molto interessante, a cui hanno preso parte Antonio Del Castello, dell’osservatorio Capuano Ambiente e Alessandro Di Nocera, giornalista ed esperto di fumetti.

In una sala piena di adulti e bambini – arrivati un po’ in ritardo, ma per fortuna arrivati – il dibattito ha offerto numerosi spunti di riflessione e di confronto. Intanto, sullo schermo alle spalle dei relatori, venivano proiettati i fumetti sui rifiuti realizzati dagli alunni delle scuole napoletane che hanno preso parte ai laboratori tenuti da Simona durante tutto il mese di 4R.

Di Nocera ha preso per primo la parola, partendo con una domanda abbastanza diretta ai bambini (“La vostra città puzza?”) per poi riflettere sulla Napoli del passato con un linguaggio rivolto soprattutto ai più piccoli in sala. Per far capire loro i progressi fatti dalla società moderna, ma anche per fargli riflettere su tutti gli eccessi che questa modernità comporta. Questo significa sprechi e consumi maggiori, che bisogna limitare attraverso la raccolta differenziata. Ha poi descritto e presentato il bel libro di Simona, nel quale “il sacchetto dell’immondizia serve a raccontare qualcos’altro, diventando metafora e descrivendo la realtà in cui ci troviamo”.

Del Castello ha invece riflettuto in maniera approfondita sulla raccolta differenziata e i motivi di questa emergenza campana. Con un linguaggio rivolto di più ai grandi e con riferimenti letterari a Sade e Goethe e ai loro viaggi a Napoli, Del Castello ha parlato delle discariche, degli inceneritori e di tutti i meccanismi e le storture che hanno portato alla situazione odierna. Intervento molto interessante, che si è concluso con la lettura di questa notizia dell'Ansa,

http://www.rifiutizerocampania.org/notizie...anico-biologici

e dal quale sono anche partite delle riflessioni e delle domande dal pubblico, sulle reali alternative alla discarica e all'inceneritore.

Infine Simona, che ha chiuso il cerchio e presentato la sua opera, spiegato il perché del suo libro e dei suoi “sacchetti in mondovisione”: un viaggio mediatico della spazzatura "campana". Il perché di un fumetto di questo tipo e il messaggio ironico e sarcastico che si cela dietro ogni sua vignetta. Per la serie: divertirsi per riflettere.

Per concludere, la presentazione si è trasformata in Workshop, con Sbadituf che ha – come fatto anche nelle scorse settimane – invitato i bambini a disegnare con ironia e a prendere coscienza dell’emergenza rifiuti.

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view post Posted: 7/7/2008, 04:33 Acerra - (III) Campania
Cioè vi rendete conto? Berlusconi osa dire «grazie» alla Impregilo «nonostante quello che ha passato»... fregandosene di quello che la Impregilo ha fatto passare a noi! 14 anni di emergenza rifiuti in Campania!


NAPOLI (Reuters) - Il gruppo Impregilo completerà i lavori del termovalorizzatore di Acerra, che dal prossimo aprile dovrebbe essere in grado di bruciare una buona parte dei rifiuti prodotti in Campania. Lo ha detto oggi il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.

"Un ringraziamento va ad Impregilo che, nonostante quello che ha passato, si è dichiarato disponibile a completare i lavori, anche a livello di costo", ha detto Berlusconi in una conferenza stampa ad Acerra, in cui ha fatto il punto sull'emergenza dei rifiuti in Campania.

"A partire dai primi giorni di gennaio entrerà in funzione la prima delle tre linee del termovalorizzatore... a fine aprile sarà completamente operativo", ha aggiunto il premier.

Il mese scorso Fibe, società del gruppo Impregilo, aveva annunciato che dal 18 giugno avrebbe abbandonato definitivamente la gestione degli impianti di Cdr in Campania, dopo che a maggio l'ad della società assieme ad altri dirigenti ed ex funzionari della stessa avevano ricevuto un provvedimento cautelare dal gip di Napoli nell'ambito di un'inchiesta sull'attività di smaltimento dei rifiuti nella regione.

1° luglio 2008

Edited by Hamlet da Hamelin - 26/3/2009, 21:01
view post Posted: 2/7/2008, 17:05 LA STORIA DELLE COSE: un video altamente educativo - (22) Politica ed economia
Vedete questo video, tre parti per un totale di circa 25 minuti, e avrete le idee un pochino più chiare sul mondo che ci circonda. Vedetelo e fatelo vedere!



view post Posted: 2/7/2008, 04:45 ICE - (15) Medicina e benessere
«Gli operatori delle ambulanze hanno segnalato che molto sovente, in occasione di incidenti stradali, i feriti hanno con loro un telefono portatile. Tuttavia, in occasione di interventi, non si sa chi contattare tra la lista interminabile dei numeri della rubrica. Gli operatori delle ambulanze hanno lanciato l'idea che ciascuno metta, nella lista dei suoi contatti, la persona da contattare in caso d'urgenza sotto uno pseudonimo predefinito. Lo pseudonimo internazionale conosciuto è ICE (=In Case of Emergency). E' sotto questo nome che bisognerebbe segnare il numero della persona da contattare utilizzabile dagli operatori delle ambulanze, dalla polizia, dai pompieri o dai primi soccorritori. In caso vi fossero più persone da contattare si può utilizzare ICE1, ICE2, ICE3, etc. Facile da fare, non costa niente e può essere molto utile. Se pensate che sia una buona idea, fate circolare il messaggio di modo che questo comportamento rientri nei comportamenti abituali».
view post Posted: 28/6/2008, 16:20 Acerra - (III) Campania
Dal Tgcom di oggi:


I militari dell'esercito sono entrati nell'area del termovalorizzatore di Acerra, in provincia di Napoli. Una sessantina di uomini ha provveduto immediatamente a delimitare la zona con cartelli che fanno esplicito riferimento al decreto sull'emergenza rifiuti. L'area, tecnicamente definita di interesse strategico nazionale, ora è protetta da sorveglianza armata ed è vietato l'accesso al personale non autorizzato.

L'esercito, secondo quanto si apprende, provvederà alla sorveglianza interna dell'area e degli accessi. Il controllo del perimetro esterno spetterà invece alle forze dell'ordine. Venerdì il sottosegretario ai Rifiuti, Guido Bertolaso, aveva detto che il termovalorizzatore di Acerra sarebbe stato pronto entro la fine dell'anno.
view post Posted: 25/6/2008, 15:08 M.P. al FESTIVAL PER L'IMPEGNO CIVILE - Marco Palasciano e l'Accademia Palasciania
Dunque, miei cari,
sabato 28 giugno 2008 alle ore 20.00 a Casal di Principe, via Giacosa, presso il Centro di avviamento al lavoro, si terrà PER AMORE DEL MIO POPOLO: reading, musiche e dibattito con vari artisti e scrittori, tra cui il vostro Marco Palasciano che nel suo quarto d’ora reciterà VISITA A UNA DISCARICA ILLEGALE e altre poesie, con la collaborazione di Antonio Del Castello nell’insolita veste di attore.

Ciò nell’àmbito del Festival dell’impegno civile LE TERRE DI DON PEPPE DIANA, a cura dell’associazione Libera e del Comitato don Peppe Diana. Il centro che ospiterà la manifestazione è un bene confiscato alla camorra.

Gli altri artisti e scrittori della serata saranno Danilo Chirico, Rosario Esposito La Rossa, Carlo Faiello, Raffaele Lupoli, Maria Mazzei, Giovanni Meola, Enrico Natoli, Sergio Nazzaro, Pietro Pignatelli, Lello Serao, Pierluigi Tortora; moderatore Pietro Nardiello.

Venite venite! e pubblicizzate!

Edited by Hamlet da Hamelin - 28/6/2008, 13:01
view post Posted: 18/6/2008, 03:12 Chiaiano - (III) Campania
Dall'«Unità» del 27 maggio 2008:


La Bambina di Chiaiano

«“Stavamo sul muretto io e una mia amica a giocare col telefonino, all’improvviso ci hanno menato coi mazzarelli e gli scudi”, racconta, apparentemente serena, la ragazzina bionda, occhi azzurri che frequenta la prima media e che da grande vorrebbe entrare nella Marina militare». Chi scrive è Checchino Antonini, sulla prima pagina domenicale di Liberazione. Nel giorno successivo, silenzio. Nessuna smentita da parte della Questura, nessun altro giornale o telegiornale parla di un episodio documentato, fra l’altro, da una fotografia agghiacciante.

Una ragazzina stesa per terra, il viso sul braccio, i capelli scomposti, un gruppo di poliziotti in tenuta antisommossa chini su di lei con i manganelli stretti nelle mani. Mentre è solo l’Unità ieri mattina a riferire, a proposito degli stessi scontri di Chiaiano, l’accorato appello a tenersi lontani dalle discariche di Maurizio Pirozzi, 38 anni, sposato e padre di un bambino di due anni che colpito dai poliziotti, è caduto da un muro rompendosi una gamba. «Siamo stati spinti dagli agenti armati di manganelli durante la carica, racconta, e siamo precipitati tutti e due da un muro di circa 10 metri di altezza. Questo è quello che la gente deve sapere. Io voglio andare fino in fondo, denuncerò la polizia, ho già parlato con un avvocato. Chiedo a chi ha visto di farsi avanti per aiutarmi a fare luce sulla verità». Anche di questo episodio sappiamo solo oggi, del resto, perché i telegiornali di ieri hanno dato solo le immagini di Maroni e di La Russa furibondi contro chi si oppone a quella che chiamano l’azione dello Stato. Che sta accadendo a Napoli? Che sta accadendo in questo nostro Paese?

Gli episodi ricordano quelli accaduti a Genova nei giorni del G8. Il governo di destra guidato da Berlusconi si era appena insediato, Fini e Castelli si erano recati sul luogo per sostenere, fomentandole, le reazioni scomposte di una polizia troppo “professionale”. La differenza fra allora e adesso, tuttavia, sta nel modo in cui degli scontri si parlava (allora) e quasi più non si parla (adesso). Nel silenzio dei media che contano. Un silenzio che merita di essere esaminato attentamente.

Dicendo, prima di tutto, che la ragazzina e il padre di famiglia di Chiaiano non sono esponenti della malavita organizzata. Fanno parte di una comunità in cui si è sparso l’allarme, basato su dati scientifici serii, per le malattie che possono essere determinate dalle discariche a cielo aperto nella popolazione che vive loro accanto. Rischi pesantemente aggravati (lo ha dimostrato la magistratura) dal modo in cui la camorra ha utilizzato finora (e potrebbe ancora utilizzare: è inevitabile che lo si pensi) questo tipo di discariche per lo smaltimento dei rifiuti tossici. Se le cose stanno così, la gente che scende in strada protestando in questi giorni, però, è gente che difende la vita propria e quella dei propri figli: gente che ha interessi largamente divergenti da quelli della delinquenza organizzata. Parlarne come se si trattasse di persone incivili che si lasciano manovrare dalla camorra e che non hanno rispetto per lo Stato, così come fanno oggi Maroni, La Russa e il Presidente del Consiglio, è fuorviante e vigliacco. Dimostra bene, in fondo, solo la debolezza culturale di quelli cui gli italiani hanno deciso di affidare il governo del loro paese.

Quella cui si dovrebbe pensare, invece, è la trappola mortale in cui si trova la popolazione di questa regione sfortunata. Sottoposti da sempre alla prepotenza di una criminalità senza scrupoli, gli abitanti di Chiaiano e di troppi altri paesi della Campania dovrebbero poter pensare allo Stato ed ai suoi rappresentanti come ad un insieme di persone e di istituzioni il cui compito fondamentale è la lotta alla delinquenza e la protezione di chi è costretto a subirne la violenza. Trovarsi di fronte, nel momento in cui scende in piazza per difendere i propri diritti, una polizia che usa con loro la durezza che non riesce ad usare nei confronti dei clan camorristi, potrebbe avvicinare, per molti di loro, il momento in cui si perde ogni fiducia nello Stato e nei suoi rappresentanti. Soprattutto se le violenze dei poliziotti sono coperte dal silenzio complice di una stampa che le copre. Soprattutto se li si lascia, come sta accadendo oggi, completamente soli.

Bisogna sempre guardare con tristezza e con sospetto alla polizia che usa la forza contro dei cittadini inermi. Soprattutto nel caso in cui, come sta accadendo di nuovo oggi, le parole dei ministri da cui la polizia alla fine dipende sono parole piene di boria e di disprezzo. Sicuri di aver ragione, pieni di sé e incapaci i intendere la complessità delle situazioni con cui in ben altro modo dovrebbero confrontrasi il ministro degli Interni e quello della Difesa hanno giocato pesantemente, nel corso delle loro immeritate interviste televisive, sull’equivoco che collega le proteste della gente perbene che esercita un suo sacrosanto diritto in un territorio difficile e tormentato alla presenza su quel territorio di una delinquenza organizzata che di questa gente è, da sempre, il nemico più terribile e più spietato. Come se non si rendessero conto, e questa è di tutte la cosa più grave, del modo in cui caricare i bambini e la gente che non può difendersi serve soprattutto a riconsegnare alla camorra, a questo stato nello Stato, a questo insieme di regole non scritte, intere comunità di persone la cui alleanza sarebbe fondamentale per combattere l'unica guerra in grado di salvare la democrazia in quella città, in quella Regione e in tutto il nostro paese. La guerra contro chi dello Stato ha saputo prendere il posto e l’autorità. Costruendo zone franche di capitalismo selvaggio. Sfruttando ed opprimendo migliaia e migliaia di nuovi schiavi. Assumendo di fatto poteri pieni in zone ampie di questa nostra povera Italia.
view post Posted: 17/6/2008, 22:43 Chiaiano - (III) Campania
Interessanti commenti all'articolo sopra postato fa Antonio Menna, consigliere comunale a Marano, a pag. http://antomenna.blogspot.com/2008/06/ragi...o-chiaiano.html.
view post Posted: 16/6/2008, 21:34 Chiaiano - (III) Campania
Maurizio Braucci - giornalista e scrittore, uno degli sceneggiatori di Gomorra - è autore di un appello firmato da intellettuali e militanti politici per il no alla discarica nella cava di Chiaiano. L'11 giugno ha pubblicato su "Repubblica" questo bell'articolo:


Una guerra contro il mostro

Un articolo sulle proteste di Chiaiano potrebbe iniziare così: la Selva di Chiaiano è una grande area verde alle estreme propaggini nord-occidentali del Comune di Napoli; il suo territorio, di grande pregio paesaggistico-ambientale, si caratterizza per la presenza di alcuni borghi contadini, aree agricole, boschi di castagni~ Ma se adottassi anch' io questo approccio, inteso a motivare che una discarica a Chiaiano è pura follia antiambientalista, cadrei ben presto nel tema "discarica sì / discarica no" che ha segnato l' esiguo dibattito sviluppatosi finora. Invece, la questione è più ampia e soggetta a una deformazione che ha tre cause principali: la malizia del potere politico, la lente deformante dei media, la scarsa astuzia comunicativa dei manifestanti. Quella di Chiaiano è l' ennesima protesta dopo Acerra, Parapoti, Savignano Irpino, Sant' Arcangelo Trimonte, Lo Uttaro, Pianura.

E' una lotta che dal 2003 sta agitando la Campania contro quella gestione straordinaria dei rifiuti che in 14 anni ha prodotto un disastro ambientale e, a esso collegati, un processo contro Antonio Bassolino e i vertici della Fibe-Gruppo Impregilo e numerose inchieste e arresti eccellenti da parte delle magistratura. Con linguaggio militare, diremmo che Chiaiano è solo una delle battaglie di una guerra contro un mostro: la gestione straordinaria dei rifiuti. Dal 2000, con una serie di premesse nel quinquennio precedente, i soldi per il commissariamento speciale sono stati utilizzati per creare una colossale rete di affari, clientele e speculazioni che tiene imbrigliata la Campania e i cui fili portano al resto dell' Italia. L' avidità e la spregiudicatezza di questa rete, che intreccia poteri legali e illegali (l' omicidio di Michele Orsi il primo giugno solleva uno dei coperchi), ha creato nelle popolazioni che la subiscono un impeto di ribellione contro il malgoverno a cui sono sottoposte da anni. I piani programmati dai vari commissari, ultimo e ancora vigente quello del prefetto Pansa, si sono basati sull' uso delle discariche in attesa che venisse terminato l' inceneritore di Acerra in cui convogliare le ecoballe lavorate in 7 impianti di Cdr, combustibile da rifiuti. Insieme a un secondo inceneritore, nemmeno iniziato, a Santa Maria La Fossa, è questo il ciclo adottato dalla Fibe-Impregilo per la gestione dei rifiuti in Campania, un ciclo che era già vecchio quando è stato approvato nel 1998. Inadempiente, agendo in deroga alle leggi e perpetuando azioni fraudolente (le ecoballe prodotte non sono a norma), la Fibe si è vista rescindere il contratto nel 2005 ma ha continuato a gestire i 7 impianti (6 in verità, uno era da tempo sotto sequestro) di Cdr fino allo scorso 27 aprile, data in cui i carabinieri ne hanno arrestato i dirigenti.

In sintesi, un piano ormai obsoleto e nemmeno mai portato a termine, ha ridotto la Campania in ginocchio già nella prima metà di questo decennio, ma la Fibe è stata rimossa dal servizio solo apparentemente, rimanendo in Campania in attesa di recuperare i soldi investiti che, grazie alla complicità dei commissariati speciali, sono stati caricati tra le condizioni per concedere l' appalto a un nuovo soggetto, un soggetto che, finora, chiaramente, non è stato ancora trovato. Se i commissariati sono stati fallimentari nella gestione dei rifiuti, si sono invece comportati in maniera ineccepibile nel garantire il capitale della Fibe. A Chiaiano si protesta contro tutto questo, il presidio non vuole la discarica perché non accetta il piano commissariale. In attesa della comunicazione ufficiale dei risultati dei carotaggi della cava, la cui data è ancora da definire, la situazione è tranquilla, è stato allestito da alcuni attivisti un media center che trasmette video e audio sul web e dove la sera si chiacchiera attraverso un microfono aperto. La protesta è condotta da abitanti di Chiaiano, Marano e dintorni, di ogni età, da centri sociali e altri collettivi politici e dalla rete di comitati che da anni accompagna le varie proteste che avvengono in Campania contro l' emergenza rifiuti. Presenti sono anche le giunte dei Comuni interessati, facenti capo a vari partiti. Si attende così il responso finale dei tecnici, mentre il governo Berlusconi, a cui Bassolino ha fatto chapeau, si gioca qui la sua nomea di decisionista insieme al decreto 90 che promette il pugno di ferro. Se anche la questione venisse risolta secondo l' italianissimo "a tarallucci e vino", escludendo Chiaiano dalle aree di discarica, essa si riproporrà negli altri siti previsti dal decreto, ma con scontri, stavolta, ancora più tragici, a causa del potenziale repressivo contenuto nel decreto Berlusconi.

Ma la tattica più efficace perpetuata contro le proteste resta quella dell' affondare la questione nel tema "discarica sì / discarica no", tagliando così il filo con le responsabilità passate e riducendo tutto a una difesa territoriale ed egoistica, disinteressata al bene comune in una situazione d' emergenza assoluta.

Invece, facendo un po' di interviste tra i manifestanti, vengono fuori le loro proposte alternative al ciclo dei rifiuti commissariale. Quello che si chiede, soprattutto per Napoli, è un ciclo basato sulla raccolta differenziata, quindi sul riciclaggio, in linea con la legislazione europea in materia, un ciclo generico, attivabile subito, suddiviso tra umido e secco, aggiungendo in seguito carta, vetro e plastica, che sono rifiuti riciclabili quasi al 100 per cento. I 7 impianti della Fibe andrebbero convertiti per la selezione automatizzata dei rifiuti secchi (conversione attuabile in poche settimane), e questi impianti verrebbero utilizzati anche per differenziare la spazzatura che giace ora nelle strade, la tal quale. L' umido invece verrebbe trasformato in compost, fertilizzante per le campagne, affidandolo alle aziende coltivatrici, o in altri utilizzi, come quello per la composizione morfologica delle cave. A queste modalità a valle, ne andrebbero aggiunte altre a monte: limitare gli imballaggi e obbligare le miriadi di ipermercati a creare nelle loro aree isole ecologiche per il riciclo, eliminare alcuni prodotti come i pannolini con componente plastica a vantaggio della gomma, eccetera.

Questo, molto brevemente, è lo schema che prevale tra quanti si oppongono non solo al ciclo commissariale ma anche alla sua gestione straordinaria che, visti gli effetti ottenuti finora, vorrebbero che tornasse ordinaria, cioè nelle mani delle Regione Campania.. Al momento, quello che serve da parte delle istituzioni è un segno forte di discontinuità con il passato, perché senza fiducia, senza dialogo e ascolto tra le parti nessuna soluzione è accettabile.

Perché si ignorano queste proposte dei comitati di base? La scusante più diffusa è che i napoletani non sono "culturalmente pronti" a effettuare la raccolta differenziata. Ma questa è una scusa credibile? Malgrado tutta la drammatica sollecitazione sul tema dei rifiuti? E perché poi i napoletani non sarebbero pronti? La verità è che la raccolta differenziata viene da tempo boicottata dalle istituzioni, vari macchinari e attrezzature per il riciclo vengono ogni tanto scovati abbandonati e ancora imballati in capannoni e piazzole (giorni fa lo ha dichiarato anche l' assessore regionale all' Ambiente Walter Ganapini) mentre gli obiettivi percentuali di soglia, in 15 anni, non sono mai stati rispettati. Il motivo sta forse nel grande profitto per chi gestisce gli inceneritori, ultima a candidarsi la municipalizzata Asìa, proprio quella che dovrebbe invece effettuare la raccolta differenziata a Napoli. Tali profitti sono dovuti al permanere, ormai solo in Italia, degli incentivi Cip6 per gli inceneritori, con cui si conferiscono ai loro gestori 50 euro per tonnellata bruciata e convertita in energia. Calcolando che esistono già 7 milioni di tonnellate di ecoballe dichiarate equiparabili, con l' ennesima deroga, a fonte energetica, queste frutterebbero già da sole 350 milioni. Se si aggiunge che i nuovi appaltatori saranno obbligati a pagare (come chiamarla?) una buonuscita alla Fibe per togliere la patata bollente Impregilo dalle mani dei suoi amici politici, di destra e di sinistra, e che il ciclo commissariale alimenta una pletora di clientele, speculatori e aziende, di sinistra e di destra, i motivi del boicottaggio non fanno altro che aumentare. Cambiare ciclo è vantaggioso solo per i cittadini, non per le lobby, l' attacco alla partecipazione popolare è necessario, confondere le acque è d' obbligo, la Campania cerca di riscattare la propria dignità ma in pochi lo capiscono. Su questo drammatico sfondo, bisogna fare uno sforzo per spiegarsi meglio, senza interrompere il dialogo, la strategia nonviolenta è la sola via per dividere il fronte avversario.
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